Pubblicato il: 16/04/2020 21:52
“Noi quello che pensiamo lo abbiamo detto al presidente Conte nell’ultimo incontro prima di Pasqua e lo ribadisco ancora. Secondo una responsabilità tutta politica e del comitato scientifico, è emersa la necessità di mantenere il lockdown fino al 3 maggio e noi a questo ci atteniamo, non ci sostituiamo al comitato scientifico. Ma al premier avevamo chiesto liquidità in tempi brevi per imprese, famiglie e lavoratori. E questo non sta avvenendo“. Lo dice, in un’intervista ad Adnkronos/Labitalia, il presidente dell’Alleanza delle Cooperative e di Legacoop, Mauro Lusetti, sul lockdown e l’emergenza coronavirus.
“Al premier – ribadisce Lusetti – abbiamo chiesto, per un problema di coesione sociale e di tenuta del sistema economico, di farsi garante che la liquidità arrivi nei tempi previsti, estremamente rapidi, a imprese, lavoratori e famiglie. Questo non sta avvenendo“. E per Lusetti il governo deve pensare anche al dopo. “La seconda cosa che abbiamo chiesto al premier Conte è, in questo proroga del lockdown, di discutere se non del quando ma del come si potrà/dovrà tornare ad aprire gradualmente le attività economiche in questo periodo lungo di convivenza con il virus“, spiega.
L’emergenza adesso per le coop è avere liquidità. “Le cooperative sono rimaste praticamente da sole ad affrontare questa emergenza, hanno anticipato la cassa integrazione e la Fis dove erano nelle condizioni di farlo ma questo è stato possibile per il mese di marzo. Per il mese di aprile la cassa integrazione bisogna che arrivi dallo Stato nelle casse delle coop. Le cooperative hanno già finito la ‘benzina’ con queste anticipazioni. Noi ci aspettiamo che la cig venga prorogata alla scadenza delle 9 settimane, dall’altra che i denari arrivino e arrivino rapidamente“, rimarca ancora il leader di Legacoop.
Secondo Lusetti, “c’è un tema serio di tenuta delle nostre cooperative e di tenuta sociale perchè le persone quando si troveranno senza reddito e a dovere reperire i soldi per sopravvivere ci saranno dei problemi. Quindi si proceda anche dei cambiamenti dal punto di vista organizzativo per permettere al sistema di procedere” per l’erogazione rapida della cassa.
Ma secondo Lusetti i problemi burocratici in questo momento non si limitano alla cassa integrazione. “Adesso partiranno le richieste di finanziamento da 25mila euro con il 100% di garanzie, c’è il tema dei prestiti alle medio-grandi imprese che vengono processati dalla Sace. Ci sono dei problemi, denunciati non tanto da noi ma dall’Abi, di procedure che o vengono ‘scudate’ dal governo o oppure espongono gli istituti di credito a dei rischi che non sono disposti a sostenere e questo rallenterà tutta l’operatività. Non saranno due-tre settimane come promesso“, avverte Lusetti. “Se gli istituti di credito saranno chiamati a fare le valutazioni di merito creditizio su tutte le richieste che riceveranno arriveremo a dopo l’estate. E questo non ce lo possiamo permettere, e neanche il governo se lo può permettere“, aggiunge Lusetti.
Via libera dalle coop sulla commissione Colao. “Crediamo che sia stato importante da parte del premier nominare questa commissione di esperti guidata da Colao, ci aspettiamo di essere chiamati a discutere quantomeno le linee generali di una prossima rapida apertura delle attività economiche“, sottolinea ancora Lusetti.
E il numero uno di Alleanza delle Cooperative e di Legacoop lancia un altro allarme: la raccolta dell’ortofrutta. “Noi – spiega- abbiamo una grandissima carenza del personale destinato alla raccolta dei prodotti agricoli. La stagione sta avanzando, a primavera-inizio estate ci saranno le prime colture da raccogliere e noi siamo in pesantissima difficoltà. In questa situazione straordinaria avevamo chiesto più flessibilità, e un utilizzo ragionato e condiviso dei voucher ma le risposte sono state solo no. E con i no noi non riusciamo a raccogliere la frutta dagli alberi”.
“Tutta l’agricoltura nazionale è in difficoltà, perchè non abbiamo sufficiente manodopera per garantire la raccolta. E certe rigidità da parte di ministero del Lavoro e anche sindacati non la comprendiamo perchè ci sono di mezzo le colture e la raccolta dei prodotti alimentari che dovranno andare ad alimentare la presenza di questi prodotti nei supermercati“, aggiunge Lusetti.
E Lusetti ha ricordato quanto fatto dal sistema cooperativo nel corso dell’emergenza. “In termini di donazioni le nostre coop -spiega ancora Lusetti – hanno donato più di 30 milioni di euro ai diversi istituti che oggi sono in prima linea tra ospedali e Protezione civile. Abbiamo una cooperativa che a Modena ha messo a disposizione un hotel per ospitare i convalescenti da coronavirus. Ci sono tante coop che hanno messo a disposizione gratuitamente ore di lavoro per garantire una continuità di assistenza agli anziani piuttosto che ai bambini inventandosi attività sostitutive rispetto a quelle didattiche tradizionali”.
“Una coop di tassisti – aggiunge- ha dato la disponibilità al trasporto gratuito per il personale medico ospedaliero impegnato nella lotta al coronavirus. E poi le attività aperte come i supermercati, le ditte di pulizie, quelle di ristorazione negli ospedali e nelle rsa“, sottolinea.
Dall’emergenza è arrivata però una novità positiva per il mondo del lavoro secondo Lusetti. “Noi ci siamo adattati velocemente – spiega – allo smart working perchè avevamo la necessità di continuare a fornire servizi alle nostre cooperative. Sicuramente lo smart working che fino a prima dell’emergenza era ignorato dalla stragrande maggioranza delle imprese italiane oggi abbiamo scoperto che è possibile utilizzarlo in tante occasioni e in modo proficuo. Sarà una delle modalità che ci consentirà di ripensare i luoghi di lavoro e le modalità di gestire alcune delle attività all’interno delle imprese. Non credo che sparirà con lo sparire dell’emergenza coronavirus“, conclude.