Viviamo Cultura: è online il bando dell’Alleanza delle Cooperative per partenariati pubblico-privato in ambito culturale

Alleanza delle Cooperative, in collaborazione con Anci e Fondazione Fitzcarraldo, ha lanciato “Viviamo Cultura”, la prima call per favorire i nuovi partenariati speciali pubblico-privato nella valorizzazione del patrimonio culturale. L’iniziativa è finanziata dai tre Fondi mutualistici della cooperazione, e si pone l’obiettivo di favorire la realizzazione di progetti di gestione del patrimonio culturale attraverso forme innovative di partenariato pubblico-privato. La call ha ad oggetto progetti pilota di valorizzazione del patrimonio culturale pubblico basati sulla co-progettazione pubblico–privata e finalizzati a creare sviluppo locale sostenibile. La recente modifica all’articolo 151, comma 3, del Codice degli appalti pubblici (contenuta nel Dl semplificazioni) estende agli enti territoriali la possibilità di attivare in modo autonomo forme speciali di partenariato pubblico-privato, fornendo in tal modo uno stimolo alla valorizzazione del patrimonio sottoutilizzato, che questa Call intende cogliere a pieno e contribuire a promuovere.

Il lancio della call è avvenuto il 14 ottobre via streaming, con la moderazione di Irene Bongiovanni, Presidente Alleanza Cooperative Italiane Turismo e Beni Culturali, e interventi di: Carlo Scarzanella, Presidente Alleanza Cooperative; Giovanna Barni, Presidente Alleanza Cooperative Italiane Comunicazione; Anna Laura Orrico, Sottosegretario di Stato al Ministero per i Beni e le Attività Cultuali e per il Turismo; Vincenzo Santoro, Responsabile Dipartimento Cultura e Turismo di ANCI; Ugo Bacchella, Presidente Fondazione Fitzcarraldo. Le conclusioni sono state affidate a Mauro Lusetti, Presidente Alleanza Cooperative Italiane.

“Viviamo Cultura significa affrontare uno dei temi più importanti in questo momento, ovvero quello di far sopravvivere le imprese e i lavoratori che in questo momento di crisi stanno veramente soffrendo, ma significa anche guardare al futuro”, ha dichiarato Giovanna Barni, presidente di Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione. “La call si inserisce in un momento importante, di transizione, che è nato già alcuni anni fa in Europa grazie alla nuova Agenda 2030 sulla cultura, grazie all’Anno europeo del patrimonio culturale e grazie alla Convenzione di Faro. In tutti questi passaggi uno degli elementi fondamentali è che il patrimonio culturale è stato considerato al centro di strategie di sviluppo, quindi non è più un settore marginale ma un generatore di sviluppo economico sostenibile e di coesione sociale. Ci fa piacere vedere che mai come adesso l’azione del ministero dei Beni culturali è sinergica con le iniziative che noi come soggetto privato stiamo facendo. Ci rendiamo conto – ha concluso la Barni – che questo è un momento difficile ma noi non ci possiamo fermare solo ai problemi attuali ma è il momento di guardare al futuro. La cooperazione culturale, duramente colpita dalla crisi, si candida, anche grazie ad iniziative come questa, ad essere risorsa per il rilancio del Paese verso uno sviluppo sostenibile a base culturale di città e territori”.

Anna Laura Orrico, sottosegretario al Mibact, ha ricordato un emendamento alla Legge di Bilancio 2020 che istituiva un fondo da dedicare alla mappatura e al recupero dei beni culturali in abbandono. “Abbiamo la necessità come ministero di prendere consapevolezza del patrimonio culturale inutilizzato per poi avviare dei percorsi sperimentali di progettazione pubblico-privato. Sicuramente l’esperienza che Alleanza delle Cooperative maturerà con questo percorso Viviamo Cultura sarà un importantissimo punto di riferimento per il Ministero”. Orrico ha citato ancora un’altra progettualità che ha personalmente proposto al ministro per essere inserita all’interno dei fondi Next Generation Eu: “Iniziare a ragionare sul patrimonio diffuso in modo che le comunità che intendano attivarsi intorno a un asset strategico (culturale o ambientale o paesaggistico) e far nascere un soggetto di comunità possano ricevere il sostegno dello Stato, economicamente in fase di start up e rendendo quell’area territoriale un’area tax free e a burocrazia quasi zero per un certo tempo in modo da rendere quei territori attrattivi anche per altri investitori”.

Vincenzo Santoro, responsabile Cultura e Turismo dell’Anci, “non dobbiamo nascondere che per arrivare a obiettivi significativi occorre creare una cornice istituzionale favorevole (che non è per niente scontata neanche adesso) e creare una competenza diffusa nella Pubblica Amministrazione, compresi gli amministratori eletti, ma anche nel mondo degli operatori. Non bisogna poi dimenticare che i risultati ci saranno se ci saranno investimenti nella parte di recupero dei beni (e questi ci sono anche troppo) ma anche creando una cornice di sostegno alla gestione e investimenti per aiutare progetti di fund raising (attraverso l’art bonus)”.

Ugo Bacchella, presidente della Fondazione Fitzcarraldo ha precisato che il ruolo della Fondazione sarà quello di “cercare di cucire in modo sartoriale un vestito appropriato per quel territorio, per quell’amministrazione comunale e per la tipologia di servizi e di attività che la cooperativa intende svolgere”.

(Fonte: Agcult)

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Sono ammesse alla call le cooperative:
  • costituite alla data di presentazione dell’idea progettuale da almeno 3 anni o anche successivamente se costituite almeno in parte da soci dal cui profilo curriculare sia evidente la esperienza qualificata in processi di valorizzazione del patrimonio culturale o di altri beni pubblici a finalità culturale”;
  • operanti in modo prevalente nel settore culturale;
  • aderenti a AGCI, Confcooperative, Legacoop unitariamente oppure almeno ad una di esse.
Le idee progettuali devono avere le seguenti caratteristiche:
  • avere ad oggetto un bene immediatamente fruibile, almeno in parte, e che per la parte fruibile non necessi- ti di interventi di opere murarie e/o ristrutturazioni ai fini dell’attivazione della sua valorizzazione proposta, se non nei limiti allestitivi e funzionali al processo di valorizzazione medesimo;
  • riguardare la valorizzazione del bene come hub territoriale, in grado di aggregare e mettere a sistema diverse risorse culturali di un territorio, materiali e immateriali;
  • essere sostenibili dal punto di vista economico;
  • coinvolgere altri soggetti del territorio.

 

 

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