I numerosi richiami, anche istituzionali, alla “capacità d’ascolto reciproca e alla collaborazione per superare insieme questi giorni difficili” non riescono, ancora una volta, a scalfire il modello segmentato di gestione dei servizi alla persona.
Lo dice in una nota l’Alleanza delle Cooperative Sociali che riunisce Agci Solidarietà, Federsolidarietà e Legacoopsociali.
“Si parla di integrazione, di co-progettazione, ma non si riescono a mettere in campo nemmeno soluzioni riparatorie per gestire in maniera integrata i servizi socio-sanitari residenziali e territoriali in questa emergenza”.
“La cooperazione sociale oltre ai valori di coesione sociale, inclusione e solidarietà investe nei servizi alla persona professionalità e capacità organizzative ma, nonostante questo e la pluriennale esperienza, non partecipa ad una gestione di sistema dell’offerta socio-sanitaria. Eppure l’obiettivo comune è quello di rispondere all’emergenza sanitaria con la massima efficienza possibile, mobilitando tutte le risorse in campo nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini”, sottolinea l’Alleanza delle Cooperative Sociali.
“I servizi gestiti dalla cooperazione sociale fanno parte, con pari dignità, del sistema integrato di offerta dei servizi socio-sanitari – continua la nota – e non possono essere il serbatoio dal quale attingere personale formato, qualificato e con esperienza, né il rifugio per le situazioni al limite e tantomeno il capro espiatorio nelle circostanze più problematiche. La salute ha la priorità in qualunque tipo di struttura venga curata e non si può far fronte al paradosso di offrire più servizi con meno personale qualificato”.
“Chiediamo – prosegue Aci Sociali – di concorrere con la nostra esperienza e competenza alla programmazione integrata perché solo così si possono trovare risposte di sistema alla carenza di figure professionali, nell’emergenza e in prospettiva, alla messa a disposizione di posti letto qualificati per la cura e l’assistenza di positivi non gravi che devono poter usufruire di luoghi adeguati e sicuri per il periodo di isolamento, alla gestione condivisa dell’assistenza agli anziani e alle persone con disabilità sia a domicilio che nelle strutture di accoglienza coniugando cura, sicurezza e quegli aspetti di relazionalità necessari a non isolare completamente le persone con gravi effetti collaterali sul benessere complessivo dei cittadini utenti dei servizi e delle famiglie”.
“Abbiamo ripetutamente detto “noi ci siamo” e questa potrebbe essere un’occasione importante nell’emergenza e per costruire futuro”, conclude la nota.