Pubblichiamo la lettera inviata alla stampa dalla cooperativa sociale ferrarese Le Pagine, attiva nella gestione di biblioteche e archivi in tutta la Regione, a seguito dell’entrata in vigore del DPCM del 3 novembre, che dispone la chiusura delle biblioteche.
“Nei giorni precedenti l’uscita dell’ultimo Dpcm, lo scorso 3 novembre, Il Ministro della Cultura Dario Franceschini aveva avvisato tutti: dopo teatri e cinema avrebbero chiuso anche i musei. Di biblioteche non aveva parlato. Tutto dunque lasciava presagire che sarebbero rimaste aperte. E invece…
Invece il testo del Dpcm del 3 novembre dispone all’articolo 1.r) che sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio n.42. Non tutti lo sanno, anzi, forse solo gli addetti ai lavori, ma tra questi istituti ci sono anche le biblioteche pubbliche di Ente locale.
E così anche le biblioteche chiudono. Cosa importa dirà qualcuno! I problemi del Paese sono altri, siamo nel pieno di una pandemia, se si resta senza libri per un mese non succede nulla, di certo non muore nessuno.
Forse per capire se è davvero così bisognerebbe chiedersi cosa sono oggi le biblioteche. Le biblioteche sono tante cose. Sono luoghi per tutti, non solo per gli studiosi. Luoghi che contribuiscono a rispondere ai bisogni delle persone e combattono la solitudine. Luoghi che permettono la tenuta sociale dei territori, porte aperte sull’altro, dove ciascuno può trovare una risposta, qualunque sia la sua domanda. In molti paesi della nostra regione e della nostra Italia le biblioteche sono uno degli ultimi presidi culturali e sociali rimasti, luoghi dove uno straniero può trovare testi per imparare l’italiano, un anziano può essere aiutato nell’uso delle nuove tecnologie, dove gli studenti possono avere libero accesso a materiali e a patrimoni necessari per lo studio, dove gli studenti con disabilità linguistico-cognitive possono trovare materiali speciali in CAA spesso di difficile reperibilità sul mercato editoriale se non a prezzi molto costosi e tanto altro. Dove insomma ciascuno di noi può crescere e diventare quello che ancora non sa di essere.
E poi le biblioteche sono luoghi sicuri. Dalla scorsa primavera ad oggi, nel percorso di progressiva riattivazione dei servizi bibliotecari, la nostra Regione aveva fatto un grande sforzo organizzative, redigendo protocolli specifici in modo da erogare i servizi al pubblico nella massima sicurezza sia di operatori che di utenti. Ecco che, alla luce di tutto questo, la scelta di chiudere del tutto le biblioteche appare inspiegabile. Il servizio di prestito e restituzione dei documenti poteva essere mantenuto dal momento che l’accesso alle strutture è regolato e contingentato.
Sì, questa chiusura delle biblioteche è davvero inspiegabile anche alla luce della decisione del Governo di lasciare aperte le librerie su tutto il territorio nazionale (zone rosse comprese); una scelta a mio avviso giusta, ma l’accesso alla conoscenza ed alla lettura deve essere libero e democratico e concesso a tutti, anche a chi è privo di mezzi economici. Le biblioteche esistono per questo e vanno difese. Ed è proprio in momenti come quelli che stiamo vivendo, di incertezza, di giornate che sembrano sassi dove la vita è scura e si fatica a immaginare il futuro che ci servono i libri. Libri per curarci, per sentire ed emozionarci, per far germogliare in noi nuove idee e nuovi desideri. È la resistenza della cultura e della conoscenza che sa essere linfa, sa essere vita. Proviamo a non dimenticarlo”.
Piera Fiorito
Direzione settore biblioteche de Le Pagine