Maurizio Gardini è il nuovo presidente di Alleanza Cooperative; subentra a Mauro Lusetti che da oggi assume l’incarico di copresidente, affiancando l’altro copresidente Giovanni Schiavone. «La rappresentanza in questo paese rischia l’irrilevanza. Oggi, invece – dice Gardini – c’è più bisogno di dialogo, di protagonismo dei corpi intermedi di cui la politica e le istituzioni non possono fare a meno. E noi siamo parte di quella economia civile che recita un ruolo da protagonista nel Paese. Siamo al lavoro per rimuovere le enormi e non ancora tutte emerse macerie sociali ed economiche che ci lascia la pandemia».
«La ripresa economica c’è ma è diseguale, tra imprese, settori e territori, oltre che tra le persone il nostro impegno è quello di ridurre le fratture e le diseguaglianze. Pur partendo dagli ottimi dati di fine anno con PIL e occupati tornati a livelli pre Covid, il 2022 si apre con: rincari energetici e delle materie prime, mancanza di lavoratori (40% di assunzioni di difficile reperimento), soprattutto nelle filiere dove le cooperative sono altamente rappresentate: servizi alla persona, costruzioni, trasporti e logistica, industria alimentare e commercio».
«Il Governo ha adottato una serie di misure che hanno garantito credito e garanzie a famiglie e imprese. Questo ha consentito, soprattutto alle imprese che hanno vissuto una lunga fase di chiusura, di sopravvivere alla crisi. La fine dell’emergenza e il superamento di queste azioni non devono avvenire in modo traumatico perché lascerebbero sul campo molte imprese. In questa stagione il credito cooperativo ha dimostrato più di altre banche di essere vicino ai territori e di essere vicino alle imprese. Una specificità, quella del credito cooperativo, che va difesa combattendo la logica omologatrice delle normative comunitarie che tende alla taglia unica e quindi a snaturare il modello cooperativo».
Come Alleanza delle Cooperative dobbiamo raccogliere la sfida della transizione ecologica ed energetica, promuovendo l’orientamento verso modelli produttivi e di consumo sostenibili, ma garantendo, contestualmente, l’accompagnamento e la sensibilizzazione delle cooperative e delle imprese. Dobbiamo promuovere le comunità energetiche, realizzare infrastrutture e impianti, in un necessario bilanciamento tra le istanze di semplificazione e velocizzazione di procedure e iter autorizzativi e tutela del territorio, del suolo, del paesaggio e dell’ambiente. Infine, valutare senza pregiudizi scelte politiche e di sistema, ad esempio sul nucleare, sull’idrogeno, sul gas, sugli inceneritori, sul fotovoltaico in area agricola, sulla fiscalità ecologica».
«Nella ridefinizione della politica industriale la Commissione Europea sostiene che l’economia europea post pandemica deve trasformarsi, bilanciando obiettivi sociali, economici ed ambientali e deve farlo attraverso una “terza via”, incoraggiando le imprese dell’economia sociale non solo a riempire gli spazi lasciati vuoti dallo Stato per costruire una società e un’economia inclusiva. Dobbiamo continuare a lavorare in Europa per consolidare questi risultati».