Ha inaugurato venerdì 25 marzo e sarà aperta fino al 30 giugno al Museo di Casa Romei la mostra “GOBERTI 2022”, dedicata all’artista ferrarese Gianfranco Goberti. Il mito e la percezione visiva sono i fili conduttori di un’esposizione che costituisce “un ulteriore tassello del più ampio progetto Sintonie, accordo triennale di collaborazione pubblico-privato promosso da Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna, Assicoop Modena&Ferrara e Legacoop Estense, mirato a delineare nuovi approcci di mediazione del patrimonio ed a mettere in valore le testimonianze storico-artistiche del territorio, in dialogo con due importanti sedi museali: il Museo di Casa Romei e il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara”, spiega il direttore regionale Musei Emilia-Romagna Giorgio Cozzolino. “Un progetto, avviato a fine 2021 e finanziato da Assicoop Modena&Ferrara, che ci permette di rendere disponibile e fruibile al pubblico una parte dell’importante Raccolta di opere d’arte di artisti ferraresi e modenesi tra ‘800 e ‘900 di proprietà Assicoop – prosegue il presidente di Legacoop Estense Andrea Benini –. Un esempio concreto e virtuoso di come le cooperative esprimono la propria attenzione e vicinanza al territorio, dando sostegno a progetti di rilevanza sociale e culturale per i cittadini”.
Intrecci e corde, tessuti e ali, angeli e Icari, nodi e fibre: Casa Romei offre la possibilità di apprezzare, in un percorso inedito pensato appositamente per i suoi spazi, una selezione di opere dell’artista ferrarese per esplorare alcuni dei temi ricorrenti nella sua raffinata produzione. Ad accogliere i visitatori al piano nobile, una serie di opere incentrate sulla rappresentazione della corda, una ricerca che supera il virtuosismo tecnico e indaga sul dettaglio della tessitura: le raffigurazioni di fibre spezzate, nodi e intrecci hanno una resa quasi fotografica, pur senza mai diventare iperrealismo. Corde che si annodano e intrecciano fino a diventare le ali di creature ibride, nella serie di opere ispirate all’archetipo del mito di Icaro: figure umane concentrate nello sforzo di staccarsi dal suolo spiegando ali provvisorie, in un volo poetico e utopico.
Il mito ritorna anche nel lapidario, dove prende vita la suggestiva installazione di quattro Icari pattinatori che, dal fondo della sala, corrono ad ali spiegate verso il visitatore in una sequenza cinetica di grande impatto. Sopra la vasca da bagno quattrocentesca – uno stupefacente impianto termale voluto da Giovanni Romei – alludendo ironicamente alle abluzioni degli antichi abitanti della casa, è appeso il grande Guanto da Bagno, al quale fa eco sulla parete contigua il Lavaschiena: sono opere che propongono oggetti d’uso comune fuori scala, come ingannevoli ingrandimenti fotografici.
“Le scelte di allestimento – spiega il direttore del Museo di Casa Romei Andrea Sardo – partono sempre dall’esigenza di dialogare con i contenuti storici e con il patrimonio del museo, come nel caso del Cupido bendato, creato dall’artista appositamente per questa mostra, che reinterpreta la serie di raffigurazioni presenti nelle cantinelle del solaio della Sala dei Profeti di Casa Romei: un cupido ad ali spiegate ma a braccia conserte, che ci piace leggere come il simbolo dell’unione in matrimonio tra Giovanni Romei e Polissena d’Este”.
Quattro le opere di proprietà della Raccolta Assicoop esposte in mostra, che ben documentano il percorso storico-artistico, sofisticato e sottile, colto ed ironico, citazionista e visionario al contempo, di un vero e proprio maestro dell’arte ferrarese contemporanea. Tra queste, un dipinto eseguito a Sanli Urfa, in cui la cornice dipinta e il cavalletto da pittore diventano un ingegnoso trompe–l’oeil. Qui l’artista ha sviluppato il tema dei pesci sacri nell’antica Edessa, località della Turchia in cui si è recato nell’estate 2009, con spirito nel contempo esotico e postmoderno. “Per Assicoop Modena&Ferrara – afferma il presidente Milo Pacchioni – possedere una Raccolta d’arte significa avere la possibilità di contribuire alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico locale, favorendone la conoscenza verso tutta la comunità. È il nostro modo per redistribuire sul territorio una parte della ricchezza prodotta dall’attività di impresa”. Contestualmente alla mostra su Goberti, sarà possibile continuare a visitare “Sintonie. Tra visioni e racconti”, esposizione permanente di 37 opere della Raccolta Assicoop, allestita fino al 2024 all’interno del percorso di visita del Museo di Casa Romei e del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara.
“Le opere presenti in questa mostra – precisa Gianfranco Goberti – sono state selezionate a partire da un lavoro del 1976, origine di molta parte di ciò che sarebbe venuto in seguito. L’ambientazione negli spazi del museo è frutto dell’intelligente lavoro curatoriale di Andrea Sardo che, con sensibilità e competenza, ha creato un mix di assonanze ed ironia. Il filo logico è quello della mia ricerca artistica, che indaga essenzialmente sul rapporto tra la realtà e la sua rappresentazione, un tema che gli eventi drammatici di questi mesi e la loro comunicazione attraverso i media rendono purtroppo attualissimo. Considero un privilegio poter esporre le mie opere in un luogo straordinario come il Museo di Casa Romei e di questo ringrazio la Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna, Assicoop Modena&Ferrara e Legacoop Estense che lo hanno reso possibile”.
“Gianfranco Goberti è senza dubbio un artista tra i più versatili che il territorio padano abbia espresso – dice l’assessore alla cultura del Comune di Ferrara Marco Gulinelli –. Condivido la descrizione di Lucio Scardino che lo indica come l’unico post moderno dell’arte ferrarese: camicie a righe, nuvole, corde intrecciate e nodi che non stringono, ma anzi liberano, nel gioco del chiaro scuro e della contraddizione di cui è maestro. Posseggo una sua opera, un nodo appunto, la quale non smette di interrogarmi, ogni mattina nell’uscire di casa, quale perfetta metafora della vita. Tutto contemporaneo, la sua opera è un lungo racconto surreale che abbraccia con sapienza l’arte classica, la metafisica, il dadaismo, il neo barocco. Goberti è un grande artista illuminato della nostra città come Bonora, Guidi e Zanni, con cui costituì negli anni settanta il gruppo Quattro”.
L’Autore
Gianfranco Goberti dopo gli studi all’Istituto d’arte di Ferrara e all’Accademia d’Arte di Bologna ha insegnato progettazione pittorica ed educazione visiva nell’istituto Dosso Dossi, a Ferrara, per poi assumerne la presidenza dal 1982 al 1992. Ha esordito nel panorama artistico italiano degli anni Sessanta, quando la sua ricerca era orientata verso la nuova figurazione. In seguito ha elaborato una particolare interpretazione dell’ optical trascritto in chiave figurativa. Nel 1979, su segnalazione di Gillo Dorfles, è stato inserito nel catalogo degli artisti “segnalati Bolaffi” con la seguente motivazione: “ha approfondito nel corso degli anni lo studio dell’ambiguità delle immagini e della dialettica tra l’elemento percettivo e la illusorietà dello stesso, raggiungendo interessanti realizzazioni nel campo della visualità”. L’anno seguente è stato tra i sei finalisti del Premio Bolaffi 1980 assieme a Giulio Paolini, Valerio Adami, Lucio Bulgarelli, Sergio Cassano e Mimmo Paladino.