Accanto a settori in netta crescita come le attività finanziare e assicurative,
le attività manifatturiere e il commercio segnano il passo
Il Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena ha elaborato gli ultimi dati sulla natimortalità delle imprese nel secondo trimestre 2022 evidenziando una certa staticità del tessuto imprenditoriale modenese, la cui ripresa dagli effetti della pandemia è frenata dalle incertezze portate dalla guerra in Ucraina e dall’aumento dei prezzi delle materie prime ed energetiche.
Sono 71.942 le imprese registrate in provincia di Modena al 30 giugno 2022, pressoché stabili rispetto al 31 marzo, ovvero con 54 imprese in meno che corrispondono ad una diminuzione congiunturale del -0,1%.
Dopo la ripresa avvenuta nel 2021, rimane piuttosto stazionario anche l’andamento delle imprese iscritte: nel trimestre aprile-giugno 2022 risultano 1.065, in diminuzione dell’1,3% rispetto al secondo trimestre del 2021. Andamento diverso per le imprese cessate non d’ufficio, che invece continuano a scendere, raggiungendo le 621 unità, con un calo tendenziale del -13,1%. Il saldo rimane quindi positivo, pari a +444 imprese, che corrispondono ad un tasso di sviluppo dello 0,62%, più elevato sia di quello regionale (+0,59%), che di quello nazionale (+0,54%).
A causa di questa stasi, non si sono ancora completamente recuperate le perdite dovute alla pandemia; infatti le imprese registrate sono inferiori dell’1,4% rispetto allo stock al 30 giugno 2019.
Da segnalare, inoltre, l’intensa attività amministrativa del Registro Imprese, che nel secondo trimestre dell’anno ha cancellato d’ufficio 508 imprese inattive, portando ad una diminuzione tendenziale delle imprese registrate (-0,7%, rispetto al 30 giugno 2021), più marcata sia del dato regionale (-0,3%), che di quello nazionale (-0,6%).
Rimangono pressoché stabili le imprese attive: dal 30 giugno 2021 al 30 giugno 2022 si contano solo 25 unità in più; al loro interno l’unica forma giuridica che continua ad aumentare è quella delle società di capitali (+4,0%), mentre risultano inesorabilmente in calo le società di persone (-2,4%), le ditte individuali (-1,4%) e le “altre forme giuridiche” (-0,8%).
Tra i settori economici, le imprese attive dell’edilizia continuano a crescere, seppur in maniera meno sensibile rispetto ai periodi passati (+0,9%); positivo anche l’andamento dei servizi (+0,4%), mentre prosegue il calo delle attività manifatturiere (-1,6%) e dell’agricoltura (-1,3%).
Tra i settori dell’industria manifatturiera, crescono soprattutto le imprese attive della fabbricazione di prodotti in carta (+5,3%), della riparazione e manutenzione (+2,4%) e della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+2,1%). Positive anche le industrie alimentari e i mezzi di trasporto (entrambi +1,9%). Andamento negativo invece per la produzione di mobili (-4,5%), il tessile abbigliamento (-3,9%), la ceramica (-3,1%) e il metalmeccanico (-2,3%).
All’interno dei servizi cala il numero delle imprese del commercio (-1,1%) e del “trasporto e magazzinaggio” (-1,0%). Tutti gli altri settori sono in crescita, in particolar modo le attività finanziarie e assicurative (+5,0%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+3,6%) e i servizi di informazione e comunicazione (+2,8%). Dopo un lungo periodo di stasi ritornano a fiorire anche le attività artistiche e di intrattenimento (+2,7%).