«Grazie per quello che avete fatto, grazie per la generosità e l’umanità delle cooperative: sono un patrimonio straordinario nel momento in cui dobbiamo rialzarci, proprio come 11 anni fa con il terremoto. La Romagna è un patrimonio di tutta l’Italia». Così il presidente della Regione Stefano Bonaccini, intervenuto il 14 giugno a Bagnacavallo all’evento “Il dolore e la forza della cooperazione” organizzato da Legacoop per aprire il dibattito sulla ricostruzione e rendere omaggio a coloro che più si sono impegnati per reagire alla catastrofe.
Bonaccini ha ricordato che nell’arco di 15 giorni la Romagna ha subito due alluvioni, con una violenza tale che occorre tornare indietro di circa 200 anni per trovarne traccia. In pochi giorni è caduto il quantitativo di quasi un anno di pioggia, una quantità d’acqua che non poteva essere contenuta da fiumi e corsi d’acqua. Un evento che vede circa mille frane attive e un milliardo di euro per le strade comunali e provinciali.
«Altro che nove anni, c’è una ricostruzione di lungo periodo, ma ora contano le risposte veloci a cittadini e imprese. Entro l’autunno dobbiamo ripristinare argini e strade. Meloni nomini chi vuole, ma faccia in fretta, stiamo perdendo tempo inutilmente. Dopo pochi giorni il terremoto c’era la nomina del commissario, perché per l’alluvione non si è fatto ancora nulla?».
«Ci vorranno 9 o 10 anni per completare la ricostruzione nell’Emilia-Romagna alluvionata come dichiarato dal ministro Musumeci? Noi sinceramente vorremmo chiudere un po’ prima…». Il presidente di Legacoop nazionale Simone Gamberini, in chiusura dell’evento, commenta così i tempi prospettati per la ripartenza. «Questo territorio è uno dei più sviluppati del Paese, sono tante le filiere produttive ad alto valore aggiunto insediate in Romagna. Spero il Ministro stesse scherzando».
Intervenendo dopo il presidente della Regione Stefano Bonaccini, i sindaci, i prefetti e i cooperatori che si sono succeduti sul palco, Gamberini ha posto l’accento sulla necessità di accorciare i tempi della burocrazia, trovare risorse adeguate e dare risposte su come avverrà la ricostruzione, a partire dalla nomina del commissario. «Su questo primo provvedimento del Governo che stanzia i primi 2 miliardi di euro per l’emergenza abbiamo espresso il nostro parere favorevole, anche se siamo consapevoli che è nei fatti una misura-tampone, indispensabile, ma assolutamente non sufficiente. Non abbiamo bisogno di dichiarazioni, ma di certezze».
Infine la questione del commissario. «Vorremmo iniziare a ragionare delle risorse destinate alla ricostruzione e alla ripartenza delle imprese e delle cooperative, delle risorse destinate a intervenire sul dissesto idrogeologico, sulla sistemazione delle infrastrutture stradali, ferroviarie, idriche. Siamo consapevoli che la vera svolta sulle misure non arriverà senza commissario. Per tutto questo è urgente la nomina di un Commissario che, a nostro parere, deve essere il Presidente della Regione Emilia-Romagna: per la sua conoscenza diretta dei territori e per il suo ruolo istituzionale è la figura che può assicurare il miglior coordinamento delle attività di ricostruzione e la più efficiente destinazione delle risorse».