Erano presenti anche le cooperative di pesca e acquacoltura aderenti a Legacoop Agroalimentare al Seafood Expo Global, il più importante evento internazionale, che si è concluso il 25 aprile a Barcellona (Spagna); tra queste, anche il Consorzio Pescatori di Goro. «È stato un momento importante per le nostre cooperative, che hanno avuto l’opportunità di far conoscere i loro prodotti ed entrare in contatto con più di 34mila professionisti provenienti da oltre 150 Paesi», ha sottolineato Elena Ghezzi di Legacoop Agroalimentare.
A Barcellona la delegazione italiana ha visto la partecipazione del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) e di 85 imprese della pesca e nell’acquacoltura, oltre a 8 Regioni: Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Sardegna, Toscana e Veneto. Presenti anche grandi imprese italiane di eccellenza del settore ittico che fanno squadra nel valorizzare e promuovere le produzioni italiane.
«La pesca e l’acquacoltura, due settori determinanti del made in Italy e punto di forza della dieta mediterranea, devono rispondere ogni giorno alle sfide competitive in un mercato sempre più globale. Le aziende offrono prodotti frutto di un lavoro nel quale la sostenibilità è da sempre al primo posto con la gestione e la salvaguardia delle risorse», ha commentato il presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti.
Ma, ha proseguito Maretti, «dobbiamo anche ricordare come le marinerie si trovino ad affrontare problemi quali quelli dovuti alla riduzione delle giornate di pesca e all’erosione delle possibilità di cattura che hanno inciso pesantemente sui bilanci delle imprese. Soprattutto di quelle che contribuiscono a rifornire il 60% del pesce sui mercati, favorendo le importazioni da Paesi extracomunitari». E poi ci sono emergenze come «il granchio blu e le altre specie aliene contro le quali occorrono strategie inedite e flessibilità nelle decisioni». A tutto ciò si somma il fatto che la pesca «è un settore iper regolamentato e gerarchizzato, con un peso burocratico superiore a qualunque altro e dove le normative hanno un impatto decisamente negativo.
Il peso di tensioni e congiuntura internazionale, previsioni difficili per l’industria ittica. A pesare, poi, ci sono le tensioni geopolitiche e la congiuntura internazionale. L’ultimo rapporto della Banca mondiale mostra che le prospettive economiche sono tutt’altro che ideali con la previsione che la produzione economica globale diminuirà nel 2024. Per la Banca Mondiale la crescita in Cina e negli Stati Uniti dovrebbe rallentare, mentre l’Europa vedrà solo una leggera crescita a causa della riduzione dell’inflazione che aumenta i salari reali. In questo quadro le prospettive economiche complessive nel 2024 sono difficili da prevedere anche in considerazione del fatto che la Ue prevede una crescita dello 0,5%. Per l’industria ittica, gli impatti dell’inflazione e delle questioni economiche sono stati altrettanto vari e difficili da prevedere come per le economie complessive.