Le cooperative aderenti a Legacoop registrano performance superiori alla media delle imprese italiane ed europee nell’acquisizione di un livello base di digitalizzazione e nell’utilizzo di servizi cloud di livello intermedio-sofisticato, due obiettivi che il Digital Compass, varato nel 2021 dalla Commissione UE, fissa come traguardo per la trasformazione digitale delle imprese europee entro il 2030. Da migliorare, invece, il ricorso all’E-commerce e ai sistemi di intelligenza artificiale, sulla cui diffusione pesano la carenza di competenze, i costi elevati e la disponibilità di dati essenziali ad un’implementazione efficace.
Sono i dati essenziali che emergono dall’indagine sulla digitalizzazione delle imprese cooperative, realizzata dall’Area Studi di Legacoop utilizzando gli stessi parametri del monitoraggio ISTAT sulla transizione digitale nelle imprese italiane, che viene presentata oggi a “Europa digitale.coop – Idee cooperative per l’Europa digitale”, evento patrocinato dal Comune di Roma e promosso da Legacoop, Fondazione PICO, CNS e cooperativa Mediterranei. Quattro giorni di dibattiti, hackathon e presentazione di progetti di innovazione cooperativa.
“I risultati dell’indagine della nostra Area Studi – spiega il presidente di Legacoop, Simone Gamberini– indicano chiaramente le aree sui dobbiamo lavorare per rafforzare la competitività delle nostre cooperative in ambito digitale: consolidamento delle competenze, investimento nei processi di trasferimento tecnologico con università, centri di ricerca e poli di innovazione e, soprattutto, reperimento di risorse per implementare tecnologie abilitanti connesse a Intelligenza Artificiale, Big Data e commercio elettronico. Questi sono proprio i temi che affrontiamo nella nostra iniziativa di oggi, promossa per permettere all’ecosistema dell’innovazione cooperativa di dialogare con policy makers, accademici, ricercatori e grandi player digitali come Google e Meta per un’innovazione che metta al centro i bisogni delle persone e tuteli i diritti di lavoratori e utenti. Oltre a presentare progettualità e proposte cooperative per l’innovazione digitale in Europa, questo evento rappresenta un’occasione di confronto sulle trasformazioni economiche e sociali legate alle innovazioni digitali, con particolare attenzione al loro impatto sul mondo del lavoro”.
Le linee guida definite dalla Commissione UE per la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030 fissano, per le imprese, due obiettivi: l’acquisizione di un livello base di intensità digitale (misurato con uno dei 12 indicatori che il Digital Intensity Index, DII, stabilisce per misurare l’uso di diverse
tecnologie digitali) da parte di oltre il 90% delle piccole e medie imprese; l’utilizzo di servizi di cloud computing, big data e AI da parte del 75% delle imprese.
L’indagine ha rilevato che nel 2023 il 70% delle cooperative aderenti a Legacoop (con un progresso di 7 punti percentuali rispetto al 2021) raggiunge un livello base di digitalizzazione. Un dato che, pur ancora distante dall’obiettivo fissato dalla UE, è migliore rispetto sia alla media italiana (61%) sia alla media europea (58%). Riguardo all’intensità del livello base di digitalizzazione, il 26% delle cooperative (in crescita di 8 punti percentuali rispetto al 2021) registra un’intensità alta e il 2% (+1 punto percentuale) molto alta.
La distribuzione su scala settoriale mostra che tra le imprese cooperative quelle che hanno raggiunto in percentuale un più alto livello di digitalizzazione sono quelle attive nei servizi di informazione e comunicazione (45%, tra livello alto e molto alto), nella sanità e assistenza sociale (39%), nel commercio (33%) e nella manifattura (32%). Riguardo all’area geografica, il Nord-est registra il dato più elevato: le cooperative che raggiungono il livello base di digitalizzazione sono il 76% (al Sud, invece, sono il 57%. Rilevante il confronto tra cooperative Legacoop e imprese italiane sulla base della percentuale delle imprese che soddisfano i 12 indicatori del Digital Index per classe di occupati. In linea generale, ovvero prendendo a riferimento tutte le classi di occupati, le cooperative risultano significativamente più avanzate per quel che concerne l’analisi dei dati (50%, rispetto alla media italiana del 27%), la percentuale di addetti connessi (54%, contro il 47%), l’utilizzo di social media (63% contro 57%) e il numero di imprese che acquista servizi cloud di livello intermedio-sofisticato (61% contro 55%). Le imprese cooperative si collocano invece a livelli inferiori alla media per quanto riguarda il valore delle vendite online (5% contro 13%), nell’utilizzo di sistemi ERP (38% contro 42%), nella digitalizzazione della gestione della relazione con i clienti (CRM, 17% contro 19%). All’interno del sistema cooperativo, come rilevato anche per le imprese italiane in generale, le migliori performance si registrano nelle classi di imprese con più di 99 addetti. In particolare, nella classe dimensionale di 250 e più addetti, il 90% delle cooperative raggiunge il livello base di digitalizzazione, ovvero il target fissato dall’UE per il 2030. Evidente, inoltre, la relazione tra utilizzo di ICT e propensione all’export: il livello base di digitalizzazione viene raggiunto dall’83% delle cooperative esportatrici (le non esportatrici si attestano al 70%).
Le dimensioni di digitalizzazione delle cooperative Legacoop in dettaglio
Connessione e utilizzo di Internet – Il 97% delle cooperative, in linea con la media nazionale, utilizza una connessione fissa ad Internet; di queste, l’89% si avvale di una rete a banda larga. L’83% (+ 5 punti percentuali rispetto al 2021) ha un sito web, nella stragrande maggioranza dei casi utilizzato a scopo informativo, mentre solo nel 24% dei casi è contemplata la possibilità di effettuare ordinazioni e prenotazioni.
E-commerce – La percentuale di cooperative attive nel settore (22%) è più alta della media nazionale (19%), ma la percentuale del fatturato online prodotto dalle cooperative si attesta intorno all’11% del fatturato totale, contro il 18% della media nazionale. Tra le cooperative che vendono via web, il 67% utilizza canali e siti web propri, mentre il 39% si affida a piattaforme online. Le cooperative che vendono via web si rivolgono nell’82% dei casi a consumatori finali e nel 45% ad altre imprese.
Utilizzo di software aziendali – Il 43% delle cooperative intervistate nel 2023 ha utilizzato almeno un software aziendale tra quelli dedicati alla gestione delle risorse aziendali (ERP), alla gestione della clientela (CRM) o quelli di Business Intelligence (BI). In particolare, il 38% delle cooperative Legacoop nel 2023 (era il 21% nel 2021) si è avvalsa di pacchetti software ERP, mentre il 18% software BI e il 17% software CRM. Si riscontrano differenze sostanziali sia sotto il profilo dimensionale che su quello geografico. In particolare, le imprese del Nord Est e del Centro e quelle con più di 99 addetti risultano più avanzate sotto questo aspetto.
L’analisi dei dati – Le cooperative aderenti dimostrano di essere particolarmente avanzate rispetto alla media nazionale ed europea sotto il profilo dell’analisi dei dati per estrarre modelli, tendenze e approfondimenti utili a trarre conclusioni, previsioni e ottimizzare il processo decisionale con l’obiettivo di migliorare le prestazioni. Sono infatti il 50% del campione (rispetto al 25% riscontrato nella rilevazione ISTAT sulle imprese italiane e il 28% nell’UE27) le cooperative che analizzano i dati al proprio interno a cui si aggiunge un 6% di cooperative che affida tale analisi a società esterne.
I servizi di cloud computing – Le cooperative risultano più avanzate della media italiana e di quella UE 27 per i servizi di livello intermedio-sofisticato. Sono infatti il 61% le cooperative che utilizzano servizi di cloud più avanzati a fronte di una media nazionale del 55% e Ue27 del 39%. Tra i servizi di cloud computing avanzati (intermedi-sofisticati) quelli più utilizzati dalle cooperative aderenti sono i software di sicurezza, quelli di finanza e contabilità e gli hosting di database dell’impresa.
Intelligenza artificiale – Ancora limitato l’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale: li utilizza Il 9% delle cooperative (8% è la media UE 27 e 5% quella italiana), principalmente per analizzare documenti di testo (53%), per la conversione della lingua parlata in formati leggibili da dispositivi informatici con tecnologie di riconoscimento vocale (50%) e la generazione di linguaggio scritto o parlato (40%). Un impiego, insomma, ancora limitato La mancanza di competenze, i costi troppo elevati e la non disponibilità dei dati necessari per l’utilizzo sono i principali motivi che stanno frenando la diffusione di questa tecnologia fra le associate (figura 23) e tra le imprese italiane in generale.