Alta percentuale di soci sui territori estensi, occupazione in crescita del 3%, consolidamento della formula dei Workers Buyout come strumento di riattivazione di imprese in crisi da parte dei dipendenti. Importanti le azioni di solidarietà delle cooperative sui territori per contrastare la povertà. Continua la battaglia dell’Alleanza delle Cooperative contro le false cooperative
“Ancora oggi un numero consistente di persone decide di auto-organizzarsi in forma cooperativa per poter svolgere l’attività economica nel rispetto dei criteri di solidarietà, democrazia, responsabilità. Ed è per queste ragioni che abbiamo scelto di misurare lo stato di salute e le performance economiche delle cooperative associate valutando le ricadute sui territori dell’applicazione di questi principi”. Con questa considerazione il presidente di Legacoop Estense Andrea Benini ha aperto la conferenza stampa di fine anno nella sede modenese dell’associazione. Un’occasione per tracciare gli andamenti delle cooperative associate evidenziando parametri quali la consistenza delle basi sociali, la partecipazione dei soci all’attività d’impresa, la qualità dell’occupazione, la cooperazione fra cooperative e le ricadute sui territori dell’attività svolta. L’indagine è stata condotta su un campione di 60 cooperative che rappresentano il 90% del valore della produzione totale.
Con 217 cooperative associate, fra Ferrara e Modena, Legacoop Estense rappresenta circa 550.000 soci (determinanti le cooperative di consumo), e oltre 30.000 occupati, in aumento del 3% rispetto al 2015. Il giro d’affari complessivamente prodotto sfiora i 6,5 miliardi di euro con un aumento del 3%; trainanti settori delle cooperative agricole, sociali e di consumo. Da segnalare, inoltre, una presenza femminile superiore alla media: il 59% degli occupati sono donne. L’89% dei contratti di lavoro applicati è a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda la partecipazione dei soci, nel 2016 sono aumentate dell’11% le assemblee, principale organo di governo; i Consigli di amministrazione sono composti, in media, da 12 membri e vengono convocati una volta ogni mese e mezzo. A livello di posizioni apicali, si sta assistendo ad una crescita significativa sia della componente femminile sia di under 40 (in diversi casi anche under 30). Indubbiamente rilevante è l’aspetto della ripartizione dell’utile: le cooperative aderenti a Legacoop Estense confermano la tendenza a capitalizzarsi a favore delle generazioni future, destinando il 72% dell’utile a riserva. Il 25% degli utili è stato distribuito ai soci mentre il 3% è la riserva obbligatoria da versare a Coopfond, Fondo Mutualistico nazionale che si occupa di promozione e sviluppo.
“Le cooperative di Modena e Ferrara – sottolinea Chiara Bertelli, referente ufficio promozione di Legacoop Estense – hanno versato a Coopfond, dalla sua costituzione a oggi, 54,3 milioni di euro, ovvero l’11% di quanto versato da tutte le cooperative aderenti a Legacoop nazionale. Nello stesso arco di tempo, Coopfond ha sostenuto 75 progetti sul territorio estense: dai Workers Buyout alle operazioni di sviluppo, consolidamento e fusione delle cooperative del territorio”.
Per Legacoop resta prioritario il contrasto alle false cooperative. “Un circolo vizioso in cui tutti perdono: le cooperative che operano nel rispetto delle regole e sono progressivamente marginalizzate dal mercato, i lavoratori che perdono diritti e dignità, le imprese committenti che perdono reputazione e competitività – afferma il direttore Gianluca Verasani –. Per inseguire presunti risparmi di costo, si finisce a pagare costi sociali ed economici molto più alti. Restiamo quindi fiduciosi che venga approvata la legge ad hoc contro le false cooperative e, nel frattempo, continuiamo a collaborare sul territorio con tutte le parti in causa”.
Sono state infine evidenziate alcune delle molte iniziative di attenzione e sostegno alle comunità e ai territori, con cui le cooperative redistribuiscono il valore prodotto. Si contano azioni tangibili di contrasto alla povertà, quali quelle messe in campo da Coop Alleanza 3.0 e Nordiconad: attraverso “Brutti ma buoni” e “Last Minute Market”, sui territori di Modena e Ferrara sono stati raccolti e devoluti, nel solo primo semestre 2017, 3 milioni e 270 mila euro in prodotti alimentari, e 33 mila euro in prodotti non alimentari. Molte le cooperative che investono in cultura e sport: dal sostegno a manifestazioni di portata nazionale – come Il Festival di Internazionale di Ferrara e Il Festival della Filosofia di Modena – alla salvaguardia del patrimonio artistico locale (è ancora in corso la mostra Situazioni d’Arte, che espone gratuitamente opere della raccolta privata di Assicoop Modena&Ferrara); dal sostegno alle squadre cittadine (Spal e Modena Volley) alle iniziative di educazione allo sport per i ragazzi disabili.
APPROFONDIMENTI
I SOCI. Le cooperative campione segnalano una sostanziale stabilità del numero dei soci, oltre 550 mila, sul quale incide per il 95% la cooperazione di consumo. Interessante l’analisi del dato rispetto agli abitanti di Modena e di Ferrara: su un totale di 1 milione e 50 mila abitanti (dato 2016 Province), la metà dei cittadini è socio di una cooperativa, a dimostrazione dell’ampio consenso nei confronti delle dinamiche collaborative e mutualistiche tipiche di questa forma di impresa.
Il Presidente resta mediamente in carica per 2,3 mandati (anche se non sfuggono casi limite di 10-12 mandati), e il rapporto medio fra la retribuzione minima e la massima è di 1 a 3,22, inferiore all’1 a 5 registrato nelle aziende private. Anche i casi-limite sono differenti: 1 a 10 nelle cooperative, 1 a 150/200 e oltre nelle imprese private.
Particolare attenzione è stata dedicata al welfare aziendale: tra le iniziative maggiormente applicate, la flessibilità aziendale e il supporto economico, finanziario e sociale (integrazione al 100% della maternità, polizze assicurative anche a sostegno dei familiari, convenzioni per acquisti di beni e servizi, contributi economici straordinari a fronte di incidenti sulla capacità lavorativa per gravi patologie invalidanti).
I WORKERS BUYOUT. Le cooperative aderenti a Legacoop Estense nate da operazioni di WBO – in cui i lavoratori si costituiscono in cooperativa per salvare l’attività dell’impresa di cui erano dipendenti – sono 7, sviluppano un fatturato di 25 milioni di euro e danno lavoro a oltre 250 persone, di cui la maggioranza (il 90%) sono soci che hanno investito nella cooperativa la propria indennità di mobilità. Per costituire queste imprese cooperative sono stati necessari 6 milioni di euro, ottenuti grazie al contributo di CFI, Coopfond e delle finanziarie territoriali.
LA PRODUZIONE. Trainato da agroalimentare e distribuzione il valore della produzione aumenta del 3%. Fiducia sul futuro, nonostante la domanda sia ancora stagnante in molti settori.
La fusione tra i territori di Ferrara e Modena ha creato un ecosistema cooperativo solido e presente in vari settori, con un valore della produzione che – rispetto alle cooperative campione – supera i 5,5 miliardi di euro (+ 3% sul 2015). Complessivamente, considerando il resto delle cooperative associate e l’indotto di quelle fuori provincia, si calcola un giro d’affari di 6,5 miliardi di euro. Dai dati aggregati dei bilanci di esercizio emerge come continuino ad essere trainanti l’agroalimentare (+7% sul valore della produzione) e la distribuzione commerciale di consumatori e dettaglianti. Bene anche il sociale (+4%) e i servizi (+2%). Tengono, o crescono leggermente, abitanti e industriali, mentre anche nel 2016 si registra un calo per le costruzioni, ma il peggio dovrebbe essere alle spalle.