L’80% degli italiani possiede l’appartamento in cui vive, un fenomeno che, accanto ad aspetti positivi, mostra il rovescio della medaglia quando si tratta di mettere in opera interventi di rigenerazione di edifici costruiti quando i criteri antisismici e di risparmio energetico non erano normati dalle leggi. La proprietà diffusa fa sì che in uno stesso condominio convivano realtà, bisogni, disponibilità economiche anche molto differenziate tra loro che ostacolano la possibilità di procedere a lavori impegnativi sul piano finanziario e progettuale.
È a partire da questa constatazione che Legacoop Emilia-Romagna e Asppi, l’associazione dei piccoli proprietari immobiliari, hanno dato vita a un accordo che prevede di dare corso a un progetto di sperimentazione pilota su un certo numero di condomini della regione.
«Vogliamo verificare la reale fattibilità dei processi di riqualificazione urbana su ampia scala – chiarisce Giovanni Monti, presidente di Legacoop Emilia-Romagna – anche cogliendo le opportunità messe in campo dalla legge regionale in materia di governo del territorio, facilitando l’accesso al credito, utilizzando gli incentivi fiscali, valorizzando gli aspetti sociali degli insediamenti abitativi. Le nostre cooperative possono intervenire in tutte le fasi della filiera, dalla progettazione alla realizzazione delle opere, alla creazione di una rete di servizi misurata su bisogni emergenti, anche attraverso la creazione di cooperative di comunità. L’iniziativa – sottolinea Monti – si propone anche di valorizzare le esperienze territoriali in corso o in via di definizione».
«Con questi interventi – spiega Alfredo Zagatti, presidente di Asppi nazionale –, coinvolgendo i proprietari, i cittadini e le imprese delle aree che individueremo, ci proponiamo di migliorare sia la qualità urbana, sia quella sociale, incrementando l’attrattività di quelle zone e il loro valore intrinseco. Attraverso l’approccio integrato tra funzioni e strumenti diversi ci poniamo l’obiettivo di costruire modelli di intervento replicabili aprendo la strada a un vasto programma di riqualificazione delle aree urbane. La sostenibilità, la sicurezza, la socialità sono caratteristiche oramai ineludibili per definire la qualità della convivenza in società che sono sempre più complesse e frammentate».
Il progetto, che si colloca all’interno delle strategie europee e degli strumenti di pianificazione regionale apre la strada anche a nuovi modelli di interlocuzione fra Legacoop e sistema della proprietà privata. «L’auspicio – conclude Monti – è che, attraverso questo accordo, si crei un nuovo metodo di lavoro che ponga al centro non solo l’efficientamento e la messa in sicurezza dell’edificio, ma anche le persone che ci abitano, con le loro esigenze e le loro problematiche».