L’Alleanza delle Cooperative Comunicazione, presente all’incontro dello scorso 20 giugno presso la Presidenza del Consiglio nelle persone di Giovanna Barni, neo Presidente, e Caterina Bagnardi, ha espresso apprezzamento per l’intervento del sottosegretario all’Editoria Vito Crimi, che nella giornata di giovedì degli Stati Generali Editoria ha riconosciuto per la prima volta pubblicamente e con forza l’importanza dell’intervento pubblico per il pluralismo dell’informazione.
“Concordiamo sul fatto che i principi espressi dall’articolo 21 della Costituzione trovino applicazione fondamentale nella difesa delle voci dei territori, laddove l’informazione locale svolge un ruolo fondamentale nel welfare delle comunità e impatta positivamente nello sviluppo sostenibile”, sostengono Barni e Bagnardi. “Allo stesso tempo riteniamo che il diritto del cittadino a essere correttamente informato non possa essere limitato a livello locale. Il presidio delle aree culturali non maggioritarie, delle voci del dissenso, della diversità delle opinioni, è altrettanto importante e rappresenta sempre una ricchezza da tutelare all’interno del quadro dei valori costituzionali”.
“Siamo pienamente disponibili – proseguono le due rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative Comunicazione – a misurarci sui temi emersi dal dibattito. Su molti di essi le cooperative di giornalisti associate ad ACI sono già in prima fila: il rispetto dei contratti di lavoro, la qualità del prodotto editoriale, le regole per una corretta informazione, la formazione professionale, l’ampliamento della filiera, le modalità per costruire innovazione digitale e sostenibilità di mercato. In questo quadro ribadiamo che il contributo dell’impresa culturale organizzata in forma cooperativa è fondamentale per la coesione sociale, l’identità culturale e anche come motore di sviluppo economico sia a livello territoriale che verso una più ampia filiera intersettoriale, già aperta alle nuove professioni digitali. La forma cooperativa, proprio per la sua natura di utilità sociale, potrebbe tra l’altro diventare lo strumento per ampliare l’accessibilità al fondo a tutte le realtà editoriali native digitali che hanno bisogno di crescere”.
Il percorso degli Stati Generali dell’Editoria si sta rivelando un’occasione utile per la comprensione dei problemi di un settore ampio e in grande crisi, nonostante l’aumento della domanda di informazione. La ricerca effettuata dal Dipartimento ha confermato che il pluralismo è sostenuto in gran parte degli Stati europei, con misure dirette e indirette: la Scandinavia è ai primi posti, mentre l’Italia è penultima con una spesa pro capite di 1,11 euro all’anno per i contributi diretti e una quota di spesa pubblica dello 0,025% del pil. Tra i principali problemi emersi dalle relazioni c’è anche la conferma che le grandi piattaforme continuano a minare la sostenibilità del settore, sia in termini di tutela dei diritti d’autore che in termini di concentrazione del mercato pubblicitario.
“Entrambe queste minacce – concludono Barni e Bagnardi – richiederanno una strategia sinergica tra il Dipartimento e gli attori della filiera, affinché i cambiamenti possano essere guidati e non subiti e la cooperazione è già pronta a fare sistema. Nel frattempo, al fine di evitare l’aggravarsi dei problemi all’andamento economico e finanziario delle cooperative editoriali, ribadiamo la richiesta al Governo di essere coerente rispetto agli impegni assunti ieri con un provvedimento urgente”.