Nell’area ferrarese la Cooperativa ha più di mille soci. Il fatturato consolidato del gruppo è di 185 milioni di €, con una crescita superiore al 6% rispetto al 2014
Nel corso del 2015 Terremerse ha portato a termine un intenso lavoro di riorganizzazione, gettando le basi per il Piano Triennale 2016/18 in corso di elaborazione, finalizzato a ottimizzare il posizionamento di mercato di tutte le attività gestite dalla Cooperativa. Il bilancio chiude attestando il fatturato consolidato del gruppo a 185 milioni di €, con una crescita superiore al 6% rispetto al 2014.
«Le scelte strategiche compiute hanno sacrificato il risultato immediato di esercizio a favore della costruzione di nuove e più solide fondamenta per la ripresa dei prossimi anni – sottolinea l’Amministratore Delegato di Terremerse, Gilberto Minguzzi -. Basti dire che la decisione di liquidare la gestione del settore macchine e attrezzature agricole, insostenibile per ragioni di mercato e per caratteristiche strutturali intrinseche, ha comportato una svalutazione del magazzino usato per 1,2 milioni di €, senza la quale Terremerse avrebbe chiuso con 800.000 € di utile, al netto di tutti gli accantonamenti prudenziali effettuati, per ulteriori 260.000 €. Non dimentichiamo anche una serie di fattori di carattere congiunturale che ci hanno penalizzato: la caduta dei prezzi internazionali nel mercato cerealicolo, il calo dei consumi di carni rosse, la persistente difficoltà di mercato nel settore frutticolo».
L’accordo d’integrazione e specializzazione con Apofruit ha consentito di dare una prospettiva di rilancio al settore ortofrutta in termini di riduzione dell’incidenza dei costi fissi sulla gestione, sostegno all’innovazione di prodotto, integrazione di gamma, marketing e inserimento in mercati lontani in grado di offrire valorizzazioni. Tuttavia, la riorganizzazione effettuata ha agito solo nell’ultima parte dell’esercizio, con una riduzione soltanto parziale delle perdite gestionali registrate nel settore negli ultimi anni.
Nel settore cerealicolo la Cooperativa ha raddoppiato il numero dei produttori consegnatari rispetto a quattro anni fa, raggiungendo il livello massimo dei volumi raccolti e contrastando la tendenza a sottrarre volumi importanti di prodotto alla destinazione alimentare, che con l’avvento dei biodigestori si temeva irreversibile.
Il settore carni chiude con un leggero utile, che premia l’impegno profuso nella costruzione di un proprio profilo competitivo autonomo, attraverso la costituzione della società e del brand Borgobuono, per superare l’esperienza passata di lavorazione per conto e di copacker per pochi clienti principali. Ora occorrerà qualificare al meglio l’azione di marketing e l’impegno a dare un’identità distintiva al brand Borgobuono, offrendo al mercato nuove gamme di prodotti in linea con l’evoluzione del gusto dei consumatori, per acquisire nuove spazi di mercato, cogliendo le molte opportunità che ci vengono proposte dalla partecipazione alla rete Romagna Coop Food.
Nel settore agroforniture Terremerse mette a segno il miglior risultato di sempre, frutto dell’ulteriore crescita della penetrazione nel mercato di sede e delle importanti acquisizioni realizzate. Complessivamente il fatturato consolidato del settore, comprendendo anche le controllate Semìa e la recente acquisizione di Agriservice, sfiora ormai i 100 milioni €, valore che rappresenta il 260% del fatturato di soli sei anni fa.
Conclude il Presidente di Terremerse, Marco Casalini: «Ora andremo a sistematizzare le linee di sviluppo strategiche della nostra Cooperativa elaborando un piano triennale 2016 – 2018 che ci traghetti verso il miglior posizionamento di tutte le attività di Terremerse, con una ritrovata capacità reddituale, una maggior capacità di generare risorse proprie per alimentare lo sviluppo e una rinnovata utilità ai soci che ci hanno seguito durante tutto il corso della riorganizzazione che abbiamo compiuto, non venendo mai meno a quella forte coesione che ci ha permesso in tutti questi anni di raggiungere sempre nuovi traguardi».