Via libera, martedì scorso, dei presidenti delle Camere di commercio italiane alla proposta di riorganizzazione del sistema camerale. L’Assemblea ha approvato a larga maggioranza il documento messo a punto da Unioncamere dopo un’ampia consultazione. La proposta, che attua la legge Madia di riforma della Pubblica amministrazione, contiene il piano degli accorpamenti delle Camere di commercio che da 105 passano a 60. Il documento verrà inviato al Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che, entro 60 giorni, varerà definitivamente, con proprio decreto, la nuova geografia del sistema camerale.
“La proposta, messa a punto da Unioncamere e approvata dall’Assemblea, recepisce i suggerimenti giunti da tutte le Camere al termine di un lungo lavoro di ascolto e di analisi delle diverse realtà territoriali”, commenta il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “La razionalizzazione salvaguarda la presenza capillare del sistema camerale in un’ottica di crescita dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione delle Camere. Tutto ciò anche per adempiere al meglio ai nuovi compiti e alle nuove funzioni che la riforma ci affida”.
La riforma affida alle Camere di commercio funzioni importanti sui temi centrali della digitalizzazione, del turismo, dell’orientamento e della formazione. Le Camere, inoltre, sono state chiamate a far parte del Network nazionale Industria 4.0.
L’Emilia-Romagna conterà quindi 5 Camere di commercio: quelle di Bologna e di Modena sono le uniche rimaste autonome. Tre invece gli accorpamenti:
Camera di Ferrara-Ravenna
Camera della Romagna-Forlì-Cesena e Rimini
Camera dell’Emilia (Parma, Piacenza, Reggio Emilia)
I territori di Ferrara e Ravenna condividono la presenza di un polo chimico-energetico di rilevanza nazionale e sviluppate filiere nei settori dell’agroalimentare, delle costruzioni, della logistica, dell’economia del mare e del turismo che, con il suo indotto, ricopre un’importanza fondamentale non solo nel segmento balneare, ma anche in quello delle città d’arte e della cultura, grazie ai flussi di visitatori attratti dalle città capoluogo, patrimonio dell’umanità.
“Non c’è dubbio – ha sottolineato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – che la riorganizzazione delle Camere di commercio si inserisca in quel profondo processo di cambiamento di cui c’è bisogno – e subito – per dare un volto nuovo al Paese, in risposta a un mondo imprenditoriale in continua trasformazione e che chiede istituzioni vicine e amiche, con le quali dialogare e con le quali trovare soluzioni nuove per fronteggiare le sfide del domani. La razionalizzazione – ha proseguito Govoni – salvaguarda la presenza capillare delle Camere di commercio in un’ottica di crescita dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione, anche al fine di adempiere al meglio ai nuovi compiti e alle nuove funzioni che la riforma affida loro sui temi centrali della digitalizzazione, del turismo, dell’orientamento e dello start up d’impresa. La scelta, poi, di fare del Registro delle imprese la dorsale di un rapporto più moderno tra imprese e Pubblica amministrazione, non più basato sui bolli e le autorizzazioni, va di pari passo con la volontà di garantire nuove logiche di premialità per le Camere di commercio più virtuose”.