Liberi professionisti in cooperativa: l’esperienza di Infermieri Ferrara nell’intervista de La Nuova Ferrara

Vi proponiamo l’approfondimento che La Nuova Ferrara ha dedicato alla cooperativa Infermieri Ferrara il 16 gennaio.

Liberi professionisti in cooperativa
Ronchej (Infermieri Ferrara): eravamo in tre, oggi siamo più di quindici
Nel 2013, quando si sono costituiti, erano in tre. Oggi sono più di quindici e lavorano in un settore che in Italia sta acquisendo peso e importanza, non solo economica ma anche sociale, a causa dell’ aumento di cittadini anziani che richiedono assistenza sanitaria domestica e di un settore pubblico che non riesce a coprire l’ intera gamma di esigenze che emergono dalla popolazione nel campo della tutela della salute.
Grazie all’ introduzione di una normativa che ha aperto le porte alla nascita delle cooperative di professionisti che esercitano la libera professione, “Ferrara Infermieri” in quattro anni e mezzo «è cresciuta molto e sta lavorando anche fuori dal capoluogo», spiega il presidente, Simone Ronchej, 32 anni, infermiere professionale.
Dal primo nucleo di tre infermieri l’ organico («tutti liberi professionisti, nessun dipendente», precisa il presidente) è stato potenziato fino a riunire 10 infermieri professionali, 1 ostetrica, 4 operatori socio-sanitari (oss), 1 psicologa e 1 fisioterapista. La coop opera su una porzione della provincia che comprende Ferrara, Terre del Reno, il bondenese e parte dell’ argentano. La società offre pretazioni a domicilio, ma anche servizi per case di riposo e centri socio-riabilitativi.
La cooperativa ha predisaposto un proprio tariffario che comprende prestazioni fornite a 8 euro fino ad un massimo di 60 «per i casi che richiedono l’ inserimento di cateteri». Infermieri professionali e oss effettuano prestazioni diverse suddivise in base alle specifiche competenze. Una differenziazione delle mansioni che non sempre viene rispettata dal mercato, dove l’ infermiere può svolgere anche funzioni che, ad esempio in un ospedale, vengono effettuate da oss.
Le prestazioni più richieste, elenca Ronchej, «sono le iniezioni intramuscolari, i prelievi a domicilio che arrivano anche da persone non necessariamente anziane ma che in questo modo risparmiano tempo a fronte del pagamento di una tariffa», ma anche l’ assistenza a pazienti con gravi problemi di salute, che devono portare il catetere o sono stomizzati». Nel settore la concorrenza è sostenuta e spesso non rispetta le regole, prosegue Ronchej. «Non sempre le persone sanno che l’ operatore che ha eseguito l’ iniezione non è un infermiere ma un “punturale”. Una persona che non ha seguito il percorso professionale richiesto e che “vende” servizi senza averne titolo.
Il mercato delle prestazioni sanitarie ha anche una componente che fornisce un’ attività in “nero” e che rischia di ridurre lo spazio a chi ha titoli e competenze per erogare quei servizi in modo sicuro e onesto», commenta il presidente della coop.
La crisi degli ultimi anni e la riorganizzazione del settore sanitario, con la riduzione degli ospedali, l’ accorpamento dei servizi, l’ affermarsi del modello che concentra le prestazioni e impone all’ utente di girare per accedere a un servizio pubblico ha allargato il campo a disposizione del privato che, anche in provincia, ha visto crescere il numero dei poliambulatori e delle attività erogate dal settore privato.

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