Roma, 13 giugno 2018 – Da alcuni giorni leggiamo l’accostamento quotidiano tra la parola “cooperativa” e la parola “business” in merito all’accoglienza di migranti e rifugiati e ai famigerati 35 euro. A ribadire questo concetto è il ministro dell’Interno Matteo Salvini a cui rivolgiamo alcuni chiarimenti di fatto.
Legacoopsociali è pronta a confrontarsi pubblicamente sui dati e sulle attività delle proprie cooperative in merito a questo settore nel quale la cooperazione tutta rappresenta circa il 30% delle attività nel sistema nazionale di accoglienza.
Per quanto riguarda i controlli ai soggetti che gestiscono i servizi di accoglienza, Legacoopsociali e le sue associate è assolutamente d’accordo, anzi li auspica. Chiediamo, però, che ci sia una restituzione al paese dei risultati dei controlli, anche perché siamo certi che emergeranno tantissime buone pratiche e ricadute positive sui territori. E siamo pronti a contrapporci alle false cooperative e a tutti quelli che speculano sull’accoglienza.
Abbiamo, inoltre, sancito la nostra contrarietà a ogni logica dell’emergenza rispetto alla gestione dell’immigrazione e confermiamo che il nostro ruolo non riguarda i mega centri per rifugiati e richiedenti asilo o quelli di identificazione ed espulsione.
Siamo tra i firmatari della Carta della Buona Accoglienza stipulata nel 2017 con il ministero dell’Interno, con l’Anci e con l’Alleanza delle cooperative sociali italiane. Con la Carta le cooperative si sono impegnate a rispettare dei requisiti base nella gestione dell’accoglienza, espressi nei 4 obiettivi principali: offrire misure mirate alla persona; favorire l’integrazione puntando su piccoli numeri e diffusione nei territori; garantire la titolarità pubblica degli interventi grazie, al coordinamento con prefetture e comuni; rendere di conseguenza l’inclusione sostenibile per le comunità locali, evitando tensioni e conflittualità.