Roma, 4 giugno 2019 – “Auspichiamo che la discussione parlamentare del decreto sblocca cantieri si concluda rapidamente, mantenendo gli aspetti positivi per le imprese e correggendo le misure che rischiano di produrre un peggioramento della qualità del lavoro e della trasparenza del mercato. In particolare, è essenziale che le ipotesi di modifica delle norme sugli appalti non cambino continuamente, con il rischio di destabilizzare ulteriormente il sistema, ma discendano da una visione maturata attraverso la consultazione degli operatori coinvolti che vivono sul campo le difficoltà prodotte da una legislazione farraginosa”.
Ad affermarlo è Mauro Lusetti, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, anche a nome dei Copresidenti Maurizio Gardini e Brenno Begani.
Lusetti sottolinea che “in un provvedimento che strada facendo si è trasformato da decreto sblocca cantieri in un secondo correttivo al Codice dei Contratti Pubblici, occorre mantenere quegli elementi di semplificazione e qualità rappresentati dal ripristino del Regolamento di attuazione del Codice e dalla preferenza per un utilizzo reale del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che dia adeguato valore anche agli elementi qualitativi ed alle clausole sociali”.
L’Alleanza delle Cooperative ribadisce inoltre il no al massimo ribasso, mentre ritiene positiva l’individuazione di norme finalizzate a sbloccare il contenzioso in fase di esecuzione, vero macigno che ostacola la realizzazione delle opere. Sottolinea la necessità di normalizzare gli affidamenti sotto il milione di euro, riqualificare le stazioni appaltanti, riconoscere il ruolo dei consorzi cooperativi e artigiani. Condivisibile, a giudizio dell’Alleanza, l’utilizzo di procedure straordinarie per sbloccare i cantieri, solo se queste sono applicabili a fattispecie precise e non travolgano le norme a tutela della leale concorrenza tra imprese, e la previsione della decontribuzione per le imprese.
Tra i principi contenuti nelle direttive comunitarie, vanno sostenuti inoltre l’accessibilità delle PMI alle gare con adeguata suddivisione in lotti, sia soglie di importo contenute per le procedure negoziate degli affidamenti, perché la semplificazione non può essere perseguita attraverso lo schiacciamento della competitività tra le imprese.
“Riteniamo inoltre -aggiunge Lusetti- che debba essere trovata una soluzione adeguata alla disciplina del subappalto (valida sia per i lavori, ma anche per i servizi) che non può essere né divieto assoluto né liberalizzazione totale”.
“Per questo motivo -conclude Lusetti- auspichiamo il raggiungimento di una sintesi delle posizioni che vada a tutela delle imprese e dei lavoratori del settore, ma soprattutto del reale sblocco degli investimenti pubblici per le infrastrutture, di cui il nostro Paese ha un assoluto bisogno”.