Il mondo imprenditoriale e associativo fa un appello a Governo e Parlamento per trovare una soluzione al blocco delle operazioni di riciclo dei rifiuti nel nostro Paese.
Legacoop Produzione e Servizi, insieme ad altre 55 organizzazioni di imprese riunite a Roma il 29 luglio presso lo Spazio Eventi Spagna di Roma, ha lanciato un grido d’allarme per denunciare le pesanti ricadute sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sui costi di gestione dei rifiuti per famiglie e imprese, in seguito alla battuta d’arresto del settore dell’economia circolare.
Una sentenza del Consiglio di Stato ha di fatto paralizzato le operazioni di riciclo dei rifiuti. La misura dello Sblocca Cantieri in materia di cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste) non ha risolto la situazione, limitandosi a salvaguardare le tipologie e le attività di riciclo previste e regolate dal DM 5 febbraio 1998 e successivi, escludendo quindi quelle che sono state sviluppate nel frattempo. Questo quadro normativo di fatto impedisce diverse attività di riciclo di rifiuti di origine sia urbana che industriale e la realizzazione di nuove attività e impianti.
La soluzione per porre fine a questa emergenza è stata indicata dall’Europa con il Pacchetto di Direttive in materia di economia circolare, pubblicato a giugno 2018. Le imprese e le Associazioni hanno richiesto con forza di recepire tali Direttive per garantire una gestione sicura ed efficiente dei rifiuti e affrontare le sfide ambientali ed economiche a livello globale.
“Abbiamo aderito all’appello per sbloccare il riciclo dei rifiuti e uscire dall’impasse creato dalla norma inserita nello Sblocca Cantieri – commenta Legacoop Produzione e Servizi al termine della conferenza – in quanto il sistema di imprese cooperative aderenti a Legacoop è da tempo fortemente impegnato sul fronte dell’economia circolare attraverso attività e progetti di sviluppo che riguardano tutta la filiera della gestione dei rifiuti. Dalla produzione dei materiali alla vendita dei prodotti al consumatore, fino alla raccolta dei rifiuti, centinaia di cooperative aderenti a Legacoop rischiano di vedere bloccate le loro attività e vanificati gli investimenti per i progetti futuri”.
Rischio principale, conseguente al fermo degli impianti di riciclo, è il blocco della raccolta dei rifiuti. Ma non solo. Con esso si vanno bloccando anche altre tipologie di raccolte: dallo spazzamento stradale alle ceneri pesanti, dai rifiuti biodegradabili ai fanghi industriali derivanti da ceramiche e fonderei. Ma non solo. I rischi riguardano a cascata altri ambiti della filiera: studi di fattibilità nel settore delle costruzioni e nella produzione di plastiche miste rischiano di non essere realizzati qualora non si intervenga sulla norma in questione. Allo stesso tempo, studi effettuati nella cooperazione di consumo indicano che rischia di essere vanificato il progetto che vede il recupero della frazione organica generata direttamente dai supermercati, pari ad oltre 11.000 tonnellate, per la produzione di biocarburanti da utilizzare per la flotta merci. Analogo discorso per il recupero degli oli vegetali esausti derivanti dall’attività caratteristica, anche in questo caso per la produzione di biocarburanti. A rischio paralisi è quindi l’intera filiera dell’economia circolare.
“L’inserimento di una norma nello Sblocca Cantieri senza aver consultato le associazioni datoriali di settore è un errore gravissimo, le cui conseguenze sono ormai evidenti”, denuncia Legacoop Produzione e Servizi. “Auspichiamo che per il recepimento delle direttive europee non si faccia lo stesso errore e si apra da subito un ampio confronto. L’economia circolare ha bisogno di politiche industriali per potersi sviluppare. Questo chiedono le imprese”.