“Le cooperative agroalimentari sono impegnate in prima linea per continuare a garantire generi alimentari ai consumatori: le lavorazioni negli stabilimenti produttivi, dai caseifici alle grandi strutture ortofrutticole, non si sono mai interrotte, le cooperative si sono subito attivate per rafforzare i sistemi di sicurezza, intensificando i controlli all’ingresso di magazzini e stabilimenti, facendo rispettare le adeguate distanze tra i lavoratori e attivando la misurazione della temperatura corporea all’ingresso”. Così Giorgio Mercuri, Presidente Alleanza Cooperative Agroalimentari rassicura in merito alla continuità delle lavorazioni alimentari nel nostro Paese.
“Le nostre cooperative stanno continuando a rifornire i prodotti a negozi, supermercati”, rassicura il presidente Mercuri. “In una situazione così delicata come quella che stiamo vivendo, il nostro primo impegno è far sì che i consumatori continuino ad acquistare prodotti italiani, avendo la garanzia della sicurezza della materia prima. Resta il fatto che un eventuale blocco totale delle attività manifatturiere richiesto in queste ore da alcune regioni ci creerebbe seri problemi per quanto riguarda imballaggi, packaging, etichette, analisi di laboratorio e altri aspetti legati alla logistica”.
Per quanto riguarda la mancanza di manodopera, in particolare quella da utilizzare nei campi, Mercuri spiega: “il problema c’è ed è reale, perderemo inevitabilmente molto prodotto che non sarà raccolto e resterà nei campi perché non ci sono lavoratori sufficienti”.
“Su questo tema – prosegue il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari – ci aspettiamo attenzione da parte del governo, al quale abbiamo già posto nei giorni scorsi il problema, facendo anche alcune proposte come la possibilità che i dipendenti dei soci agricoltori possano lavorare contemporaneamente anche per una cooperativa agricola, così come espressamente previsto nei contratti di rete”.
Sul fronte dei consumi interni, la chiusura di bar, ristoranti e locali (horeca) ha di fatto azzerato i consumi di tantissimi prodotti alimentari (latte fresco, succhi, vino e alcolici, pasta, ecc.) e non (piante e fiori), con conseguenze pesanti per il comparto.
“Non arrivano notizie rassicuranti neanche sul fronte delle esportazioni, visto che sta emergendo sempre con maggiore evidenza un pregiudizio insidioso sui prodotti made in Italy che potrebbe colpire duramente l’export agroalimentare nel mondo, dal momento che un numero crescente di importatori sta veicolando richieste di certificazioni sulla sicurezza della merce (quali “virus free”, “non infected”)” conclude Mercuri.