L’accordo sul Recovery Fund ha fatto crescere la fiducia degli italiani nell’Europa, ma non ha mutato il loro giudizio di insufficienza sull’operato del governo, con una valutazione particolarmente netta per quanto riguarda le misure per la scuola, bocciate dalla maggioranza.
Questi dati emergono dalle risposte ad un sondaggio condotto, alla fine della scorsa settimana, nell’ambito dell’Osservatorio Coronavirus nato dalla collaborazione tra SWG e Area Studi Legacoop per testare opinioni e percezioni della popolazione di fronte ai problemi determinati dall’epidemia.
L’accordo sul Next Generation EU ha prodotto un evidente recupero di fiducia dei cittadini italiani nei confronti dell’Europa: crescono, infatti, di 13 punti percentuali rispetto ad aprile sia quella complessiva nell’Unione Europea, che passa dal 27% al 40%, sia quella nella Commissione europea, che passa dal 24% al 37%.
Un effetto che, invece, non si evidenzia relativamente all’operato del governo italiano. La percentuale dei giudizi positivi sull’efficacia dell’operato del governo è sì nettamente superiore rispetto a quella registrata all’inizio del lockdown (30%), ma inferiore di 8 punti rispetto a quella testata in corrispondenza della fine della chiusura forzata delle attività (54%) e superiore di un solo punto rispetto a quella della settimana precedente l’accordo (45%).
Severo il giudizio sulle misure adottate per la scuola, sulle quali è stato chiesto agli intervistati di esprimere una valutazione attraverso un voto da 1 (completamente negativo) a 10 (completamente positivo). Il 53% ha espresso voti da 1 a 5, mentre i voti positivi sono stati assegnati dal 36% (con picchi del 42% nel ceto medio-alto e del 38% nella classe di età 18-34). Il voto medio che risulta da tutti quelli espressi è 4,6.
“Precipitati all’improvviso tra un’emergenza sanitaria e una economica, nei mesi scorsi la questione “scuola” è stata molto dibattuta, ma nella realtà è finita in secondo piano nella gestione della crisi” – afferma Mauro Lusetti, Presidente di Legacoop – “tuttavia, la sospensione delle lezioni per un tempo così lungo ha avuto un impatto profondo nelle comunità. Stress nelle famiglie per le lezioni a distanza, fatica e conseguenze in particolare sul lavoro femminile e, soprattutto, isolamento sociale delle bambine e dei bambini, e in generale degli studenti italiani: tutto ciò emerge con evidenza nelle nostre indagini. Ed è un monito: il Paese non riparte se non riaprono le scuole, l’Italia si svilupperà se riusciremo finalmente a investire le risorse attese dall’Europa in istruzione, formazione e ricerca”.
fonte: Redazione VITA, 28 luglio 2020