Si è tenuta lunedì 27 luglio la presentazione a Bologna, in edizione streaming, del Rapporto 2019 sul Sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna.
Frutto della collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e Unioncamere Emilia-Romagna, lo studio, giunto alla sua 27esima edizione, rappresenta la più completa e aggiornata fotografia del settore. Alla presentazione in Regione hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura e agroalimentare, Alessio Mammi, e il presidente di Unioncamere, Alberto Zambianchi.
Nel riportare i principali indicatori sulla Provincia di Modena risultanti dal Rapporto, la Gazzetta di Modena ha chiesto un commento in merito a Franco Michelini, Responsabile Cooperative Agroalimentari e della Pesca di Legacoop Estense, e Vice Presidente di Legacoop Agroalimentare Nord Italia
Di seguito il testo dell’articolo
La provincia di Modena ha esportato prodotti agroalimentari per un miliardo e 330 milioni di euro nel 2019. Lo evidenzia il Rapporto di settore presentato ieri a Bologna e frutto del lavoro comune di Regione e Unioncamere. L’ anno scorso l’ export è andato bene (6,8 miliardi di euro, +4,7%) e anche l’ occupazione (+3%) ha manifestato dati positivi tra Piacenza e Rimini. «Nonostante le guerre sui dazi e la Brexit – ha commentato ieri alla presentazione l’ assessore regionale all’ Agricoltura Alessio Mammi – l’ export agroalimentare emiliano-romagnolo è cresciuto di un punto in più del dato nazionale portando ad un saldo positivo di oltre 200 milioni della bilancia commerciale regionale. È un valore che rappresenta oltre il 10% dell’ export complessivo regionale ed è pari al 16% dell’ intero export agro-alimentare italiano, confermando il ruolo di traino dell’ Emilia-Romagna per l’ intero sistema nazionale, grazie alle sue produzioni di grande qualità e a un sistema di imprese ben organizzato e consolidato».
Modena, nel 2018, ha fatto registrare un saldo import/export positivo per 298 milioni di euro nell’ agroalimentare, dati che dovrebbero essere stati confermati per l’ anno passato. Franco Michelini, responsabile settore Agroalimentare Legacoop Estense (oltre che vicepresidente Legacoop Agroalimentare Nord Italia), dopo la presentazione del Rapporto regionale tiene a sottolineare «rispetto al 2019 il dato non positivo della diminuzione della Produzione Lorda Vendibile oltre al calo dei prezzi nell’ anno passato che hanno portato – spiega – a un aumento dei costi di produzione per le aziende agricole e ad un ulteriore calo dei margini di guadagno, già risicati. Molto bene invece il fatto che la Regione abbia impiegato quasi tutti i fondi del Programma di Sviluppo Rurale 2014-20 con risorse messe a bando che hanno superato i 1.120 milioni di euro, pari al 93% delle risorse disponibili per l’ intero PSR».
Il settore agricolo e agroalimentare sono stati tra quelli che, durante l’ emergenza Covid-19, non si sono fermati garantendo continuità produttiva e forniture. Ma questo non significa che non abbiano subito i contraccolpi della pandemia. Sono rimasti chiusi per mesi hotel e ristoranti, sbocco importante di molte produzioni, a cominciare da quelle di qualità a denominazione di origine. «L’ adozione dei protocolli e dei dispositivi di sicurezza ha aumentato i costi per le aziende del 20% almeno – continua Michelini – e la solvibilità di tanti esercizi commerciali che hanno magari riaperto ma con tante difficoltà diminuirà certamente. Le imprese del settore si interrogano sul futuro: uguali volumi non vuol dire uguali prezzi e dunque i fatturati nel 2020 potranno calare. Quest’ anno sarà tutta un’ altra musica per l’ agroalimentare rispetto al 2019».
Tornando ai dati presentati questa mattina le produzioni regionali esportate nell’ 80% dei casi sono state destinate ai 28 paesi della UE: i settori che hanno maggiormente contribuito al buon risultato del 2019 sono stati il lattiero-caseario (+9,5%), i derivati dei cereali (+17,9%), l’ ortofrutta (+12%) mentre il settore carni e salumi ha registrato una leggera contrazione (-0,6%).
La Germania si conferma il principale mercato di esportazione per le nostre eccellenze agroalimentari, con una quota del 17,4%, seguita da Francia (14,1%), Stati Uniti (8%), Regno Unito (7,4%).
La provincia che svetta su tutte le altre per vocazione all’ export è sempre Parma, per un controvalore di 1,79 miliardi di euro, seguita come detto da Modena (1,33 miliardi), mentre le altre sono decisamente più indietro.
Dopo quattro anni di progressiva crescita, il valore della produzione agricola si è ridotto invece a 4,2 miliardi di euro. Hanno inciso le condizioni climatiche anomale e avverse, che hanno caratterizzato il periodo maggio-giugno 2019, le rilevanti problematiche fitosanitarie e di mercato, che hanno interessato le principali produzioni frutticole, e i cali di prezzo del latte conseguenti agli andamenti delle quotazioni del Parmigiano-Reggiano. Il sostegno ai redditi degli agricoltori ha confermato l’ importanza delle politiche delineate in questi anni dall’ Unione Europea.–© RIPRODUZIONE RISERVATA.