Nel mese di aprile la cooperativa sociale CIDAS ha avviato il progetto “Un abbraccio per te”, che consente agli ospiti delle strutture residenziali di tornare finalmente ad abbracciare i propri cari. Il progetto, realizzato grazie al contributo della cooperativa Castello e dell’associazione Intorno a Te, attualmente è attivo nelle Case Residenza per Anziani CIDAS Residence Service a Ferrara e Ancelle di Maria a Fiscaglia, oltre che nel Centro Socio Riabilitativo Residenziale CIDAS Calicanto a Ferrara. In queste strutture, previa appuntamento, i famigliari possono accedere alle zone protette dove dall’altra parte della parete li attende il loro caro ospitato da CIDAS, che ormai da un anno non può avere contatti diretti con l’esterno, nel rispetto delle norme di sicurezza.
Il contatto avviene attraverso una parete in PVC costruita su un telaio di acciaio con manichette a più livelli di altezza, che permettono di stare sia in piedi, sia seduti. In attesa di potersi riavvicinare senza misure di protezione, quello di “Un abbraccio per te” è un sensibile passo avanti per alleviare il distanziamento fisico e riattivare le relazioni socioaffettive che, in una popolazione fragile, possono essere un prezioso alleato contro il decadimento psicoemotivo.
Con “Un abbraccio per te” sono tornati i sorrisi, le frasi di affetto, la commozione, gli sguardi ravvicinati, le strette di mano. “Momenti di grande ricchezza e valore non solo per chi li vive in prima persona, ma anche per tutto il personale di CIDAS che si è adoperato con impegno per rendere possibile questo progetto” ha spiegato Cristiano Capisani, vice presidente e direttore della produzione di CIDAS, in visita a Residence Service assieme alle coordinatrici della struttura Milena Maltoni ed Enrica Cenacchi, oltre a Loredano Ferrari, presidente della cooperativa Castello ed dell’associazione Intorno a Te che ha commentato: “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di questo nuovo progetto, che per noi vuole essere un gesto di vicinanza per gli anziani che vivono qui, ma anche di riconoscenza per l’importante lavoro degli operatori di CIDAS”.