Teatro Anatomico: in corso il restauro finanziato da Copma

“Stiamo lavorando per riportare il teatro anatomico di Ferrara a una veste il più possibile aderente alla sua cromia originaria, tenendo però anche traccia della sua storia e delle sue evoluzioni storiche. E’ un’esperienza affascinante e stimolante, oltre che una bella occasione per fare ricerca e approfondire il passato di questo luogo carico di fascino”. Sono le parole di Alberto Mauro Sorpilli, il restauratore ferrarese che, in collaborazione con Rossella Boalini e Natascha Poli, sta effettuando i lavori al Teatro anatomico ‘Tumiati’, opera Settecentesca inserita nel Palazzo Paradiso, sede della Biblioteca Ariostea di Ferrara. I lavori – voluti dall’assessore Andrea Maggi – sono stati interamente finanziati da Copma che per i suoi 50 anni ha donato alla comunità questo restauro (del valore di circa 40mila euro).
“Ringraziamo Copma per questa donazione, che esprime profondo attaccamento al patrimonio ferrarese. Il teatro anatomico si avvia così a tornare alla sua bellezza originaria, a disposizione del pubblico. Questo è un luogo che lega Ferrara alla sua università, alla cultura scientifica che qui è nata, al contributo a scoperte importanti. È un gioiello Settecentesco che oggi torna a vivere grazie al contributo privato e a restauratori ferraresi, che ringraziamo”.


Diverse le azioni successive che richiede questo genere di intervento. Una fase preliminare è stata dedicata al trattamento anti-tarlo, tramite la saturazione dell’ambiente, in piena sicurezza, con Co2, quindi si è proceduto alla messa in posa di un particolare prodotto, lasciato agire per una settimana. A seguire è iniziato il restauro, “che si concluderà entro giugno”, anticipa Sorpilli. “Siamo alle fasi finali, siamo infatti riusciti a risalire al colore originario delle finiture, risalente al 1731 e tendente all’azzurro, e stiamo ricostruendo l’intero percorso che quest’opera ha subìto nei secoli. In particolare, nelle paratie posizionate tra l’area docenti e l’area studenti, realizzate a seguito della riforma del 1771 del Cardinal Giovanni Maria Riminaldi, abbiamo individuato nuove colorazioni a cui, in epoca assai più recente, hanno fatto seguito successive coperture e, negli anni ’80, una invasiva opera di gessatura, anche con spessori importanti”. “Il risultato finale – anticipa il restauratore – terrà conto delle indicazioni che abbiamo acquisito dalle Soprintendenze, nella piena collaborazione con la biblioteca, e consentirà di apprezzare la storia e gli sviluppi di questa opera che fu tra le più rilevanti dell’epoca, certamente la più luminosa, con le sue quattro ampie finestre sovrastanti. Da ferrarese posso dire che è un onore e un piacere poter collaborare a questo restauro”.

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