Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso 27 ottobre ha inaugurato a Bergamo la nuova sede dell’Accademia della Guardia di finanza, nel complesso degli ex Ospedali Riuniti: il progetto di riqualificazione è stato portato avanti da CMB con tenacia e non senza difficoltà data la complessità di questo tipo di interventi che prevedono recuperi di strutture esistenti, restauri e nuove costruzioni.
IL PROGETTO
Successivamente alla realizzazione del nuovo ospedale di Bergamo, inaugurato nel 2012, la Regione Lombardia ha venduto l’intero complesso a Cassa Depositi e Prestiti Spa (CDP) nell’ambito di un accordo di programma che prevedeva la riqualificazione dell’intera area, in modo da farla diventare la nuova casa dell’Accademia Nazionale della Guardia di Finanza. Questa iniziativa, con i suoi circa 130 milioni di euro di investimento, tra acquisto del complesso e lavori di riqualificazione rappresenta un esempio virtuoso di recupero del patrimonio edilizio pubblico.
CDP Investimenti SGR SPA, a luglio 2018, ha affidato a CMB in qualità di capogruppo insieme a RENCO SPA (con quota al 42.16 %) i lavori di ristrutturazione del Lotto 2 e i lavori di urbanizzazione primaria del progetto di riqualificazione del complesso immobiliare.
IL CANTIERE
L’intervento ha previsto la riqualificazione di otto padiglioni esistenti, la sistemazione delle aree esterne, il restauro conservativo della “Palazzina Rossa”, la realizzazione ex-novo degli edifici dedicati a piscina e palestra, l’auditorium, il parcheggio interrato e il campo sportivo con tribuna, il poligono di tiro e diverse opere di urbanizzazione.
Dal momento che il sito dell’ospedale si trova in area di interesse archeologico la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Bergamo e Brescia ha richiesto di programmare delle indagini archeologiche preliminari, tramite trincee, da eseguirsi con mezzi meccanici dotati di benna liscia, con sterro cauto e con assistenza archeologica continuativa di ditta specializzata. Durante queste operazioni di scavo nell’area del nuovo parcheggio interrato sono state rinvenute presenze archeologiche di fasi storiche differenti quali due canali di fase tardo rinascimentale, una strada di epoca romana, i resti di un sepolcreto ad incinerazione indiretta databile alla seconda metà I secolo a. C. oltre ad altre sepolture, alcune con corredo ben conservato. Questi rinvenimenti hanno portato a un leggero slittamento del programma lavori del nuovo edificio e dell’area del centro sportivo adiacente.
I padiglioni esistenti sono caratterizzati da tre piani fuori terra e gli interventi effettuati sono stati di tipo conservativo, in quanto i nuovi layout architettonici non alterano i prospetti e non stravolgono l’impianto planimetrico originario.
Le attività di appalto hanno riguardato principalmente le ricostruzioni di murature interne, i rinforzi strutturali, la sostituzione totale degli infissi interni ed esterni, il rifacimento di gran parte dei pavimenti, le tinteggiature, il recupero delle opere in ferro esistenti non strutturali, le opere di impermeabilizzazione, il recupero di alcuni impianti elevatori esistenti e l’inserimento di nuovi e la riqualificazione delle facciate.
Le strutture degli edifici esistenti sono realizzate in muratura, con blocchi naturali ai piani inferiori e artificiali a quelli superiori, con limitata presenza di elementi in cemento armato, spesso frutto di interventi successivi all’edificazione originaria. Lo stato di fatto di tali strutture ha comportato la necessità di prevedere un rinforzo generalizzato delle stesse attraverso l’uso di intonaco armato, in grado di migliorare notevolmente le capacità portanti e la duttilità delle murature, senza alterare sostanzialmente i layout architettonici.
Per quanto riguarda gli impianti, a differenza di quanto previsto per le opere civili e strutturali, è stato necessario prevedere il completo rifacimento degli stessi per l’adeguamento alle nuove esigenze funzionali e alle normative vigenti.
Le sfide affrontate per la realizzazione del progetto sono legate principalmente all’estensione dell’intervento e alla sua diversificazione specialistica che ha abbracciato tutta la panoramica delle costruzioni.
Un lavoro di grande complessità portato a termine grazie al lavoro sinergico di tutti gli attori coinvolti, dai progettisti alle imprese subappaltatrici, e alla determinazione e tenacia del personale CMB e RENCO coinvolto.