Questo 8 marzo 2022 arriva dopo due anni di pandemia e dentro un conflitto che acuisce una crisi umanitaria, economica e sociale. Nella crisi Covid le donne hanno pagato un prezzo molto alto sul fronte lavoro in un contesto nel quale la forbice occupazionale e salariale era già molto alta nel nostro Paese. Quasi mezzo milione di donne hanno perso o non hanno trovato lavoro nonostante, nella ripresa, ci fossero indicatori occupazionali in positivo.
Come Legacoopsociali abbiamo dato rilievo, nel nostro ultimo Congresso nazionale, al ruolo delle cooperative sociali che promuovono servizi di accoglienza per donne vittime di violenza e percorsi di inclusione lavorativa. Il nostro settore ha le donne al 75% degli occupati e continua a mettere in campo progetti di autonomia, empowerment e conciliazione.
Dai fondi del Pnrr può venire un’opportunità per colmare questo divario di genere, attivare un sistema in tutto il Paese di servizi per la prima infanzia e la conciliazione dei tempi vita-lavoro consentendo a tutte di poter lavorare senza dover sacrificare l’occupazione e/o la vita privata e familiare.
“Si tratta di giustizia sociale – dichiara la presidente nazionale Eleonora Vanni – e della necessità di una rivoluzione insieme economica e culturale che non può più essere rimandata né affidata alle celebrazioni. Deve essere una pratica quotidiana che informa l’agenda politica del paese aldilà delle nobili dichiarazioni di intenti – aggiunge Vanni – ed entrare, a pieno titolo, nelle pratiche delle Pubbliche Amministrazioni e del mondo dell’economia e delle imprese in coerenza e per la realizzazione degli obiettivi di sostenibilità 2030”.