34 cantine cooperative, tutte e 32 le referenze di Assieme, la linea dei vini a marchio Coop Italia che racconta la cooperazione e offre una panoramica che nasce dalla passione di uomini e donne che ogni giorno impegnano la loro sapienza per mettere in bottiglia tradizione e qualità. Un brand che è anche espressione dei valori delle filiere cooperative di tutta Italia per rappresentare il patrimonio vinicolo e il legame con il territorio che corre lungo tutta la filiera e arriva direttamente al consumatore. È la forza di Legacoop Agroalimentare presente alla 56esima edizione di Vinitaly (Verona 14-17 aprile) al Pad. 1 – D15/C9, spazio gestito insieme a Coop Italia.
Due ministri, delle Imprese, Adolfo Urso, e dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, un sottosegretario, Patrizio La Pietra che ha inaugurato lo stand, oltre al presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e alle europarlamentari Daniela Rondinelli e Rosanna Conte sono intervenuti allo stand di Legacoop.
Al centro del dibattito, aspetti legati al mondo agricolo e della pesca, del valore che hanno le filiere agricole cooperative nel made in Italy agraolimentare e nella sua promozione sui mercati italiani e stranieri.
“Al centro degli incontri c’è stata la necessità di valorizzare e difendere le nostre produzioni”, ha commentato il presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti. “Per alcune di queste sono in corso delle emergenze, come per la produzione delle vongole colpite dalla proliferazione del granchio blu. Che oltre ad essere un problema economico è un problema ecologico per l’ecosistema lagunare e marino. Individuare delle alternative non è facile, ma per esempio la produzione di ostriche lo può essere ed in questo caso potrebbe essere molto utile una riduzione dell’Iva per favorirne un percorso di maggiore consumo e popolarità”.
Al ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, il presidente di Legacoop Agroalimentare Cristian Maretti ha fatto presente la necessità di abbattere l’Iva, oggi al 22%, sulle ostriche considerate un bene di lusso. La richiesta è arrivata mentre venivano proposte le Ostriche del Doge prodotte nella laguna veneta. Il sottosegretario Patrizio La Pietra ha ufficialmente inaugurato lo stand con il taglio del nastro.
Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida ha sottolineato di aver “apprezzato davvero il sistema di promozione della Coop che ha scelto di utilizzare un metodo di raccolta di prodotti di qualità e certificarli con un marchio che ne garantisce il processo di produzione e di trasformazione. Questo è un elemento che dà valore al prodotto in termini qualitativi e tiene i prezzi contenuti”.
Come ha spiegato Simone Gamberini, presidente Legacoop, “le filiere cooperative giocano un ruolo determinante nella valorizzazione del prodotto agricolo made in Italy e sono un esempio importante nella catena del valore, dal socio che produce materia prima alla grande distribuzione per arrivare al consumatore. E la filiera cooperativa è anche il luogo per creare politiche di crescita e di sviluppo del settore in particolare se legato al turismo”. Presenti alla giornata inaugurale anche Domenico Brisigotti direttore generale di Coop Italia e Albino Russo direttore generale di Ancc Coop, associazione nazionale cooperative consumatori.
Quanto al vino dealcolato, argomento all’ordine del giorno, Maretti ha commentato: “Sappiamo che sono pronti dei provvedimenti normativi per agevolare e far partire questa filiera, e questo vede il nostro favore. Perché in questo momento di mercato difficile, il vino dealcolato può essere un ulteriore segmento dove c’è domanda che va incontro ad esigenze di consumo, quello dei giovani, quello attento a certi requisiti di benessere. Quello che stimoliamo negli incontri istituzionali è di arrivare in porto in tempi brevi invece di prevedere provvedimenti che magari ricalchino vecchi schemi di estirpazione per equilibrare domanda e offerta. Perché come sappiamo, il rischio è che non si riesca a raggiungere l’obiettivo per il quale erano stati pensati e questo porta ad una scarsa soddisfazione dei produttori. Se non, addirittura diventano incentivazioni, buone uscite per chi comunque aveva deciso di smettere di produrre. Quello che occorre è, invece, una impostazione di sviluppo di mercato su nuovi prodotti e con nuove modalità, su nuove fasce di consumo e nuovi mercati”.