Avviare un’azione coordinata di prevenzione e contrasto allo sfruttamento del lavoro e al caporalato in agricoltura, mettendo in rete le esperienze e competenze maturate nel corso degli anni grazie al lavoro quotidiano sul territorio: è questo l’impegno preso da FLAI CGIL, Legacoop Estense e cooperativa sociale CIDAS attraverso la sottoscrizione di un Protocollo di intesa che punta a liberare le vittime di sfruttamento e ridare opportunità lavorative e sociali nel pieno rispetto della legalità.
“Il problema dello sfruttamento del lavoro nella nostra provincia merita la massima attenzione, in particolare nel Comune di Portomaggiore, da cui il fenomeno si irradia su altri territori” ha affermato il Prefetto Massimo Marchesiello in apertura della conferenza stampa di presentazione del Protocollo, che si è svolta nella sede della Camera del Lavoro a Ferrara il 12 giugno. “Ringrazio dunque i sottoscrittori del protocollo per aver impostato un programma di intervento molto concreto, che mette in campo valide alternative di legalità. Auspico che, negli anni, si arrivi ad avere un presidio fisico sul territorio, per dare supporto alle vittime di sfruttamento”.
“Lo sfruttamento lavorativo – specifica Dario Alba, segretario FLAI CGIL di Ferrara – consiste in forme illegali di intermediazione, reclutamento e organizzazione della manodopera, in violazione delle regole e disposizioni in materia di tutela, sicurezza e salute, retribuzione. A lavoratori e lavoratrici vengono imposte condizioni di vita e lavoro degradanti, spesso approfittando del loro stato di vulnerabilità e bisogno. Una situazione inaccettabile che non deve passare inosservata e che ci richiama, ciascuno per la propria parte, a un impegno quotidiano per prevenire e sradicare dal nostro territorio queste forme di sfruttamento”.
“Insieme a CGIL e Cidas ci mettiamo a disposizione per favorire la diffusione della cultura della legalità in ambito lavorativo – afferma il presidente di Legacoop Estense Paolo Barbieri –. La cooperazione nasce come modello organizzativo di emancipazione e autodeterminazione che, per tutto il Novecento, ha permesso a migliaia di lavoratrici e lavoratori di liberarsi da forme di sfruttamento e raggiungere piena dignità professionale. Una missione che, ancora oggi, in molti contesti è quantomai attuale. Il nostro impegno sarà principalmente volto a presidiare il territorio, segnalando situazioni di irregolarità alle autorità competenti, e a facilitare il reinserimento lavorativo all’interno di imprese nostre associate”.
“Soprattutto in ambito agricolo, negli ultimi decenni il numero di lavoratori stranieri è almeno triplicato”, prosegue il presidente della cooperativa sociale CIDAS Daniele Bertarelli. “Grazie al nostro lavoro sul campo, abbiamo potuto constatare come i lavoratori stranieri siano più soggetti a fenomeni di sfruttamento, da parte di caporali che approfittano del loro stato di bisogno e della scarsa consapevolezza dei propri diritti. Uscire da questa forma di schiavitù è possibile, attraverso percorsi di vera integrazione – linguistica, culturale, professionale – che intendono accompagnare queste persone verso una piena autonomia, economica e sociale”.
Il protocollo, infatti, prevede azioni concrete di intervento: diffusione della cultura della legalità e della tutela del lavoro attraverso incontri, seminari, progetti formativi; inserimento delle vittime di sfruttamento in percorsi di affiancamento e ricollocamento lavorativo; corsi di lingua, per favorire una piena integrazione; assistenza per controverse/vertenze. L’iniziativa si sviluppa nell’ambito della più ampia Rete per il lavoro agricolo di qualità, che coinvolge Istituzioni ed Enti impegnati nel contrasto a fenomeni di caporalato e illegalità.
“Per propria mission istituzionale, l’INPS è da sempre in prima linea per promuovere il lavoro sano, in tutte le sue forme – ha affermato la direttrice provinciale INPS Ferrara Annalisa D’Angelo – e la Presidenza INPS della Sezione Territoriale di Ferrara della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, costituita lo scorso anno sotto l’egida della Prefettura, ne è compiutamente espressione. L’esperienza che si sta sviluppando a Ferrara – in un settore centrale e strategico per il territorio, quale quello agricolo – è particolarmente emblematica e significativa, in quanto prova concreta del valore aggiunto che la cooperazione interistituzionale tra tutte le realtà a vario titolo impegnate sul campo può produrre, in termini di condivisione partecipata di obiettivi e strategie per il loro perseguimento”.
“La nostra amministrazione è in prima fila contro questo fenomeno dal momento in cui ci siamo insediati – ha commentato il sindaco di Portomaggiore Bernardi –. Quello che osserviamo sul territorio di Portomaggiore è che la diffusione del caporalato ha portato con sé un gran numero di persone straniere in condizioni precarie dal punto di vista sociale e dell’alloggio, generando situazioni di degrado e conflittualità che vanno combattute ed eradicate. Per questo vediamo come positiva ogni azione congiunta e concordata tra istituzioni per aggredire questo fenomeno”.