Bilancio di sostenibilità? Fai il quiz con La Lumaca

Con l’approvazione da parte da parte dello Stato Italiano del decreto legislativo che recepisce la direttiva UE sulla CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), sempre più aziende dovranno confrontarsi nei prossimi mesi con la realizzazione del primo bilancio di sostenibilità. Tutte queste novità sugli aggiornamenti normativi in ambito sostenibilità hanno creato un po’ di confusione in azienda? Ancora non hai capito se la tua azienda ha l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità nel 2025? Cooperativa sociale La Lumaca ha pensato a un quiz proprio per aiutartiFai il quiz ora.

La Lumaca ha, inoltre, attivato una convenzione con Finpro per offrire a tutte le cooperative associate i servizi di Bilanci sostenibilità e formazione sui temi della sostenibilità.

“Devi fare il Bilancio di sostenibilità?” è un quiz rapido e intuitivo che ti permetterà di capire se la tua azienda ha l’obbligo di redigere a breve il Bilancio di Sostenibilità. Rispondendo a poche semplici domande, potrai ottenere una risposta personalizzata che ti aiuterà a chiarire se sei tenuto a rispettare i requisiti normativi o se, al contrario, puoi scegliere di redigere il bilancio su base volontaria.

Partecipare al quiz è semplicissimo! Basta cliccare qui e rispondere alle domande. In un minuto avrai un risultato chiaro che ti aiuterà a orientarti nel mondo della CSRD.

Fai il quiz e scopri subito se la tua azienda ha l’obbligo di redigere un Bilancio di sostenibilità

L’Italia recepisce la direttiva CSRD

Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un tema centrale per le imprese di ogni settore. La crescente attenzione verso l’ambiente, le questioni sociali e una gestione responsabile delle risorse ha portato molte aziende a intraprendere un percorso di trasparenza e rendicontazione delle loro attività sostenibili. Questo contesto è stato rafforzato di recente, lo scorso 30 agosto, con l’approvazione in esame definitivo del Decreto legislativo che recepisce la direttiva (UE) 2022/2464, anche nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). La direttiva amplia e rende più stringenti gli obblighi in merito alla rendicontazione societaria di sostenibilità, modificando il regolamento (UE) n. 537/2014, la direttiva 2004/109/CE, la direttiva 2006/43/CE e la direttiva 2013/34/UE.

Il ruolo delle cooperative

Sempre più aziende dovranno quindi conformarsi ai nuovi standard per la sostenibilità. Tra queste, sono incluse anche le cooperative, che svolgono un ruolo centrale nell’economia sociale e ora dovranno dimostrare con ancora maggiore chiarezza il loro impegno. L’Alleanza delle Cooperative ha di recente emesso una nota dove si indica che, seppure non menzionate esplicitamente nel testo del decreto, anche le società cooperative dovranno adeguarsi al nuovo dettato normativo in conformità con l’art. 2519 del Codice civile che le equipara alle altre società in termini di disciplina di bilancio e revisione legale dei conti. L’Alleanza delle Cooperative ha sottolineato come questo provvedimento riconosca l’importanza delle società cooperative nel promuovere modelli economici responsabili, ma allo stesso tempo richiede loro un adattamento alle nuove normative europee in materia di sostenibilità. Saranno dunque chiamate a migliorare i processi di raccolta dati, monitoraggio e rendicontazione delle proprie performance ESG, non solo per allinearsi alle normative ma anche per rafforzare la fiducia con investitori, soci e clienti.

Le altre novità della CSRD

Tra le novità si segnala la variazione del numero medio di occupati delle PMI quotate: per rientrare nell’obbligo di redazione del Bilancio di sostenibilità è sufficiente avere un numero di dipendenti non inferiore a 11 e non superiore a 250.

L’altra rilevante modifica riguarda le sanzioni. Il sistema sanzionatorio sarà calmierato per i primi due anni successivi all’entrata in vigore del decreto-legge ma sono già state stabilite le sanzioni pecuniarie imponibili fino a 125.000 euro per le società di revisione e 50.000 euro per i revisori della sostenibilità.

Chi ha l’obbligo di redigere il Bilancio di sostenibilità?

Rimangono invariati gli scaglioni per l’entrata in vigore della direttiva:

  1. Dal 1° gennaio 2024 (report pubblicati nel 2025) devono redigere il bilancio di sostenibilità le grandi aziende di interesse pubblico già sottoposte alla Direttiva NFRD, che rispondono almeno a 2 dei seguenti criteri: più di 500 dipendenti, stato patrimoniale superiore ai 25 milioni, ricavi netti superiori a 50 milioni.
  2. Dal 1° gennaio 2025 (report pubblicati nel 2026) devono redigere il bilancio di sostenibilità le grandi aziende che non sono attualmente soggette alla NFRD che rispondono almeno a 2 dei seguenti criteri: più di 250 dipendenti, stato patrimoniale superiore ai 25 milioni, fatturato netto superiore a 50 milioni.
  3. Dal 1° gennaio 2026 (report pubblicati nel 2027) devono redigere il bilancio di sostenibilità le PMI quotate, ad eccezione delle microimprese, che rispondono almeno a 2 dei seguenti criteri: più di 10 dipendenti, stato patrimoniale superiore ai 350.000 €, fatturato netto superiore a 700.000 €. Per le PMI è possibile chiedere una proroga fino al 2028, dichiarando la motivazione.
  4. Dal 1° gennaio 2028 (report pubblicati nel 2029) devono redigere il bilancio di sostenibilità le organizzazioni extra UE che rispondono ai seguenti criteri: ricavi netti maturati in area UE maggiori di 150 milioni di euro, presenza in area UE di una società controllata che si qualifica come grande impresa o PMI quotata e/o ha una succursale con ricavi netti maggiori di 40 milioni di euro nell’esercizio precedente.

I vantaggi del Bilancio di sostenibilità

Redigere il Bilancio di sostenibilità della propria azienda non significa solo adempiere a un obbligo normativo (aspetto che riguarderà un numero crescente di aziende, secondo gli scaglioni indicati) ma anche di affrontare in modo strategico il tema della competitività aziendale. Il Bilancio di sostenibilità, infatti, ti porta a intraprendere un percorso che permette di focalizzarti sugli aspetti più strategici per la tua attività, implementare e, soprattutto, monitorare azioni che ti rendono distintivo sul mercato.

Ci sono 4 buoni motivi per redigere il Bilancio di sostenibilità:

  1. Migliora la reputazione aziendale. Un’azienda che realizza il Bilancio di sostenibilità e che, in generale, implementa e controlla gli aspetti ESG della propria organizzazione è reputata più seria, solida e affidabile da parte di clienti, fornitori e altri stakeholder. Perché? Perché mette a loro disposizione un documento dove è descritto tutto il proprio impegno, secondo criteri comparabili e misurabili.
  2. Più attrattività per Istituti di credito e bandi. Gli operatori finanziari misurano le imprese sulla base del rischio di esposizione ai cambiamenti climatici e secondo rating ESG. Realizzare il Bilancio di sostenibilità permette di essere più attrattivo per gli istituti di credito e ottenere con più facilità finanziamenti e prodotti a condizioni agevolate. Avere il Bilancio di sostenibilità rende più facile anche l’ottenimento di risorse attraverso bandi (PNRR, PSR, Camera di Commercio, ecc.).
  3. Più attrattività per i dipendenti. Grazie al Bilancio di sostenibilità si lavora sugli aspetti di impatto sociale e governance dell’azienda. Questo permette un miglioramento del clima aziendale, riduce il turnover e rende l’azienda più interessante nei confronti di nuovi potenziali talenti (in modo particolare della cosiddetta generazione Z che si dimostra più attenta agli aspetti ESG rispetto alle precedenti generazioni).
  4. Più consapevolezza per ridurre i costi. Grazie al Bilancio di sostenibilità si misura l’impatto della propria attività in modo rigoroso e completo. Il Bilancio di sostenibilità diventa così uno strumento importante per “conoscersi meglio”, individuare punti critici, anche rispetto ai propri competitor, e tenerli sotto controllo. Queste azioni portano a una complessiva riduzione dei costi.

Bilancio di sostenibilità: fai il quiz

Bilancio di sostenibilità: chi, come e perché

 

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