Codice appalti, Gamberini: “Il Governo modifichi subito il decreto correttivo nella parte che penalizza il settore dei servizi”

“Dopo il positivo percorso di dialogo e condivisione con il ministro delle Infrastrutture ci saremmo aspettati un esito diverso, ma così non è stato. Ora il Governo dia ascolto alla richiesta avanzata dalle associazioni di rappresentanza e provveda subito, prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, a modificare il decreto correttivo del codice degli appalti nella parte che penalizza ingiustamente il settore dei servizi, garantendo la sua equiparazione con il settore dei lavori”.

A dirlo è il presidente di Legacoop, Simone Gamberini, commentando il comunicato congiunto delle associazioni imprenditoriali del settore.

“Il codice degli appalti -aggiunge Gamberini- può rappresentare uno straordinario volano per l’economia del Paese; al contrario, se contiene degli errori può affossare interi settori, come nel caso dei servizi che si vedono penalizzati nella norma sulla revisione prezzi nel decreto correttivo approvato prima di Natale. È quindi pienamente condivisibile la richiesta, avanzata dalle associazioni di rappresentanza dei settori coinvolti, di una modifica urgente prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, in assenza della quale apparirebbe evidente che non si tratta di un errore, ma di una scelta che inevitabilmente produrrà danni a imprese e lavoratori”.

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IL COMUNICATO CONGIUNTO DELLE ASSOCIAZIONI

“È incomprensibile la discriminazione a danno del settore dei servizi presente nel decreto correttivo al codice dei contratti pubblici approvato dal governo il 23 dicembre: mentre per il settore dei lavori la soglia della revisione prezzi è stata abbassata dal 5% al 3% con il riconoscimento del 90% dei costi sopraggiunti per motivi oggettivi, per i servizi e le forniture è rimasta invariata al 5%, con il riconoscimento dell’80% e solo sulla cifra eccedente”.

È quanto denunciano congiuntamente le Associazioni di rappresentanza delle imprese che operano nei settori dei servizi: ANIP-Confindustria, Afidamp, AGCI Servizi, Angem, ANIVP, ASSIV, Assosistema-Confindustria, Cisambiente-Confindustria, ConFederSicurezza e Servizi, Fipe-Confcommercio, FNIP-Confcommercio, Fondazione Scuola Nazionale Servizi, ISSA-EMEA, Legacoop Produzione e Servizi, Unionservizi Confapi e UNIV.

“Una scelta e non un errore -dichiarano le Associazioni- che continua a penalizzare il settore, già colpito da anni da politiche di costanti e irreversibili tagli agli appalti pubblici. L’assenza di norme sulla revisione prezzi ha infatti impedito in questi anni di continue crisi economiche (pandemia, aumento materie prime, crisi internazionale) il dovuto recupero dei costi da parte delle imprese del settore. Questo ulteriore e definitivo taglio -sottolineando le Associazioni- mina seriamente la possibilità, in molti casi, di proseguire nell’esecuzione dei servizi e danneggia fortemente i lavoratori del settore, in gran parte donne, in quanto, senza il dovuto riconoscimento diventa sempre più difficile, in alcuni casi, adottare politiche di aumento dei salari”.

Le Associazioni sottolineano l’importanza di un intervento immediato per tutelare il lavoro di imprese e cooperative e artigiani che ogni giorno garantiscono servizi essenziali per il Paese. Pulizia di luoghi pubblici e di lavoro, igienizzazione degli ospedali, mense scolastiche e ospedaliere, raccolta e gestione dei rifiuti, vigilanza privata, fornitura di dispositivi medici, sanificazione e sterilizzazione di dispositivi medici tessili e strumentario chirurgico: queste sono alcune delle attività indispensabili che le imprese del settore assicurano con passione e professionalità, 24 ore al giorno, sette giorni su sette, anche durante i festivi, occupando circa mezzo milione di lavoratrici e lavoratori per volume economico che varia a seconda degli anni di riferimento dal 30% al 50% di quanto bandito dalla pubblica amministrazione.

“Riteniamo incredibile -dichiarano le Associazioni- che il percorso positivo di ascolto e condivisione attuato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini abbia prodotto questo esito. Evidentemente ha prevalso la logica di far ricadere su imprese, lavoratrici e lavoratori le variazioni al rialzo dell’aumento dei costi”.

“Chiediamo al Governo di rivedere urgentemente la norma, prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, equiparando il settore dei servizi a quello dei lavori. – concludono le Associazioni – Solo così sarà possibile garantire la continuità e la qualità dei servizi essenziali per i cittadini e preservare il lavoro delle imprese, delle lavoratrici e dei lavoratori che operano in questo settore fondamentale. Le regole devono essere un motore di sviluppo e di innovazione, mentre questo correttivo con questa formulazione sarà un freno”.

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