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Le Società di Mutuo Soccorso e le Bonifiche

Le Società di Mutuo Soccorso

Le Società di Mutuo Soccorso nacquero tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800, quando si svilupparono con maggiore forza, per rispondere ai bisogni degli operai industriali e di quelli agricoli, sfruttati e senza diritti. Ai “proletari”, così erano chiamati quei lavoratori che come gli operai e i braccianti agricoli potevano vantare come unica “proprietà” i figli, non si vedeva riconosciuto nessun diritto che non fosse quello di una misera paga, che li costringeva ad una vita di fame. Non erano, quindi, riconosciuti loro né diritti sanitari (quando si ammalavano non avevano diritto ad assentarsi dal lavoro e tantomeno, se accadeva, potevano restare a casa ricevendo lo stipendio) né previdenziale (pensione o assistenza in caso di invalidità per cause lavorative). Gli operai compresero che per cercare di ovviare ad una società dove l’ingiustizia e la diseguaglianza la facevano da padrone era necessario cominciare ad aiutarsi e a sostenersi “gli uni con gli altri”. E fu proprio questo principio di solidarietà tra sfruttati che fu collocato alla base della nascite delle Società di Mutuo Soccorso.

Come funzionavano queste Società? I lavoratori, i soci, versavano ogni mese delle piccole somme mensili in modo che, quando il lavoratore e la sua famiglia si fossero trovati in difficoltà, la Società avrebbe potuto intervenire. Si interveniva per cure, per mancanza di salario e per aiutare la famiglia qualora fosse morto il lavoratore che la manteneva.

La Società di Mutuo Soccorso si reggeva su un principio centrale nella storia dei lavoratori, sia di orientamento socialista sia cristiano, quello della solidarietà: mettere tutti in comune un pochino ogni mese, per avere, in caso di bisogno, aiuto dalla Società stessa.
Le prime società di Mutuo Soccorso, sostenute in questi primi casi principalmente da filantropi, di cui si ha notizia in Italia risalgono al 1848, periodo di grandi rivolgimenti e nel quale iniziano a circolare studi di grande importanza, come il “Lavoro salariato e capitale” di Karl Marx nei quali si analizzava la condizione dei lavoratori proletari. Queste Società si collocarono principalmente nelle regioni maggiormente industrializzate, Piemonte, Lombardia, Toscana, per poi estendersi ad altre del centro-nord.

Fu nel 1860 che il fenomeno divenne di portata nazionale, dal momento che questo si era configurato come uno dei pochi strumenti in grado di sopperire all’assenza di politiche sociali da parte dello stato.
Normalmente queste società erano costituite da lavoratori appartenenti a diversi settori, ma alcune erano rivolte a specifiche categorie: come ad esempio quelle dei ferrovieri, una delle categorie di lavoratori che più di altre si legarono alle associazioni sindacali e si impegnarono attivamente per il miglioramenti sia salariali sia di vita dei lavoratori.


Le Grandi Bonifiche

La Società Bonifiche Ferraresi venne costituita in Inghilterra nel 1871 col nome di Ferrarese Land Reclamation Company Limited e aveva come obiettivo sociale la bonifica di laghi, l’acquisto di paludi e terreni nelle vicinanze di Ferrara e in altre località del Regno d’Italia, attività di bonifica ed altro. Un regio decreto del gennaio 1872 abilitò la società ad operare nel Regno d’Italia ed assunse il nome di Società per la bonifica dei terreni ferraresi che divenne nota con l’acronimo di SBTF.


Superati momenti di grande difficoltà tecnica e dopo un periodo in cui la società aveva pensato, in conseguenza di ciò, ad una liquidazione, dal 1898 tornò pienamente in attività, operando nel ferrarese, ma anche a Lecce, Arezzo, Brindisi.

Il processo di bonifica, figlio di quei tempi e della evoluzione degli studi di meccanica e di idraulica che consentirono di costruire macchine di grande potenza, pareva essere foriero di enormi miglioramenti nella qualità di vita dei lavoratori agricoli di quelle zone, cosa che, in realtà, non accadde, a causa della volontà sfruttatrice ed arretrata dei capitalisti agrari.


Nel Ferrarese, la messa sul mercato di enormi quantità di terre emerse dalle bonifiche, che vennero comperate prioritariamente da quelli che erano già i più importanti agrari della zona e da società per azioni, diede vita ad una crescita esponenziale delle grandi proprietà che, in alcuni casi, si configurarono come veri e propri latifondi.